Governo, la sentenza del politologo D'Alimonte su Di Maio e Salvini: i numeri che li tengono in piedi
Dopo appena sei mesi, il governo Lega-M5s appare sull'orlo di una crisi di nervi, con la tensione altissima tra Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte, un vertice con Luigi Di Maio convocato per le 23 di ieri sera, il muro contro muro sulla posizione che dovrebbe avere l'Italia in tema di immigrazione e accoglienza. Niente di preoccupante secondo il politologo Roberto D'Alimonte, che sul Sole 24 ore ha riportato il dibattito attorno al governo con i piedi per terra, citando innanzitutto i numeri. Leggi anche: Marc Lazar, il politolgo francese avverte Salvini: "Un leader più è forte e più è in pericolo" A sostegno di questo governo, stando agli ultimi sondaggi, c'è una larghissima maggioranza degli italiani: "Tra il 55 e il 60%". Insomma lo stato di salute non sarebbe mai stato così buono: "Non esiste oggi nell'Europa occidentale un governo che possa contare su un livello di sostegno simile". Il docente della Luis non ha dubbi sul fatto che l'odio per i vecchi politici sia ancora troppo forte tra gli italiani, perché i nuovi possano perdere consensi: "La sfiducia degli elettori nelle vecchie classi dirigenti è così diffusa e così profonda da rappresnetare ancora oggi un capitale cui M5s e Lega possono continuare ad attingere. E lo fanno dimostrando di andare incontro a quel bisogno di protezione che la genbte vuole vedere soddisfatto". Di Maio e Salvini possono anche litigare ogni giorno, potrebbero anche mandarsi al diavolo e minacciare di far saltare il governo, ma senza un'alternativa credibile, il consiglio che darà loro Sergio Mattarella sarà sempre quello di evitare strappi: "Pd e Forza Italia non rappresentano un'opposizione competitiva. Mancano le idee e mancano i leader. Manca tutto".