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Matteo Salvini, il sondaggio riservato: cifre sconvolgenti, cosa può fare con tutti questi voti

Davide Locano
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C'è un sondaggio, commissionato dai vertici della Lega, secondo cui in Veneto il Carroccio si attesterebbe tra il 40 e il 41%. La rilevazione sarebbe dovuta rimanere segreta. E però l' entusiasmo scatenato dal risultato ha spinto qualche ex padano a sbottonarsi. Con una percentuale del genere, a Nordest, il partito alle Europee di maggio farebbe cappotto. Un consenso simile, nell'ex Serenissima Repubblica, non si ricorda dai tempi del Veneto bianco e cattolico della Dc, quando i leader si chiamavano Mariano Rumor e Antonio Bisaglia. Oggi, da queste parti, il popolo acclama Luca Zaia, il "doge" - da 9 anni alla guida della Regione - e il "capitano", Matteo Salvini, che ieri, accompagnato dal governatore, a Vicenza è stato accolto come una star. E dire che il contesto non era certo dei più favorevoli per scatenare l' entusiasmo della gente. Leggi anche: Voto in Abruzzo, il tweet di Salvini fa impazzire i sinistri A BRACCETTO CON ZAIA Il ministro dell' Interno infatti, al pari del collega pentastellato Luigi Di Maio, in mattinata ha preso parte all' assemblea degli ex soci della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. La folla presente al Centro Sportivo Palladio ha osservato 5 minuti di raccoglimento per ricordare gli imprenditori e i piccoli risparmiatori che in questi anni si sono suicidati a causa del crac degli istituti di credito. Ma prima e dopo questo momento molto toccante, in cui non sono mancate lacrime e pugni chiusi in segno di rabbia nei confronti dei responsabili del disastro - definiti a più riprese dalla gente «assassini» - Salvini è stato acclamato senza sosta. Quando, dal palco, si è auspicato che gli ex capi delle due banche «passino in galera il resto della loro vita» è stato un profluvio di applausi e di grida di approvazione. Il livello dei decibel si è impennato anche nel momento in cui il vicepremier leghista ha ricordato che il governo ha messo a bilancio un miliardo e mezzo a favore delle persone truffate, che Renzi e soci avevano previsto la miseria di 150 milioni, e che la sacrosanta pratica dei risarcimenti verrà avviata nel più breve tempo possibile. Lo speriamo. «Banca d' Italia e Consob andrebbero azzerati, altro che cambiare una-due persone» ha esclamato il leader della Lega. «Sento dire che all' Europa questa cosa del fondo per i risparmiatori non andrebbe bene» ha arringato. «Se all' Europa va bene d' accordo, se all' Europa non va bene, per noi va bene lo stesso e tiriamo diritto». Qualcuno, si capisce, durante l' assemblea ha anche criticato la Lega, imputandole soprattutto un' eccesiva lentezza. Ma se Salvini è stato biasimato da uno sparuto gruppo di persone, Di Maio è stato contestato duramente da gran parte dei presenti. Il confronto è stato impari. Salvini, al termine dell' incontro, ha pranzato col ministro alla Famiglia Lorenzo Fontana, con la collega alle Autonomie Erika Stefani, con l' europarlamentare Mara Bizzotto e, naturalmente, col "doge" Zaia. Il "capitano", come al solito, ha documentato il desco sui social: la foto del dessert, un' abbondante porzione di tiramisù, ha spopolato. LA LEGITTIMA DIFESA Nel pomeriggio Salvini ha incontrato nella sede provinciale della Lega i vari candidati a sindaco. Il bagno di folla è ripreso nei padiglioni di "Hit Show", la fiera della caccia e del tiro sportivo. Qui il ministro ha detto che il provvedimento sulla legittima difesa «arriverà a marzo». «Non è un incentivo all' uso delle armi» ha sottolineato «ma un sacrosanto diritto a tutela di chi viene aggredito in casa propria. Elimineremo anche il ridicolo risarcimento per i parenti dei rapinatori feriti». In merito all'autonomia reclamata dal Veneto (così come da Lombardia e a seguire dall' Emilia Romagna), il ministro ha confermato che entro la settimana prossima il governo farà la propria proposta alle Regioni e che la partita dovrebbe essere chiusa in primavera. Salvini, sul tema, ha comunque riservato una stoccata ai 5 Stelle: «Alcuni ministri vorrebbero mantenere a Roma le competenze». Già: i ministri del Sud. di Alessandro Gonzato

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