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Matteo Salvini, il retroscena: perché il crollo verticale di Luigi Di Maio può danneggiarlo

Cristina Agostini
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Matteo Salvini dopo il tonfo dei 5 Stelle in Abruzzo non infierisce, anzi. Li tranquillizza ("squadra che vince non si cambia"), li aiuta a rilassarsi ("può capitare una battuta d'arresto e comunque non ho alcuna nostalgia del centrodestra"), li rassicura che non chiederà poltrone né rimpasti. Luigi Di Maio, poi, farà certamente meglio alle elezioni europee, si sa che i grillini soffrono sempre alle amministrative. Leggi anche: "No, il governo non crolla". La certezza di Alessandro Ghisleri: effetto-disastro, un gravissimo allarme Un atteggiamento composto che però non nasconde i suoi successi personali e la preoccupazione per il pressing di Silvio Berlusconi che, come riporta La Stampa in un retroscena, continua a suggerirgli di staccare la spina al governo e di fare il premier del centrodestra. Ma Salvini si sa, vuole andare avanti da solo, non vuole più legarsi al Cavaliere- Meglio tenere in piedi l'esecutivo giallo-verde. Anche se questo crollo del M5s lo spaventa molto.  Il leader della Lega è preoccupato dal contraccolpo che potrebbe avere Di Maio, "persona seria, un amico al di fuori delle scelte politiche". Tra i pentastellati c'è confusione, divisioni, tentazioni di una resa dei conti: Salvini prova a calmarli: "Quello che è successo in Abruzzo resta qui. A Di Maio e Conte questo l'ho detto. E quindi nessuno usi questo voto per fare polemiche, perché a Roma c'è tanto da fare. Abbiamo bene in testa la tabella di marcia dei prossimi quattro anni. Non mi monto la testa. Più prendo voti più divento umile". 

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