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Giovanni Toti, l'intervista rivelatrice: "Puro autolesionismo", perché Salvini ha fatto dietrofront

Giulio Bucchi
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"Puro autolesionismo". L'intervista di Giovanni Toti alla Stampa sulla Tav è rivelatrice del dietrofront di Matteo Salvini. Dopo l'apertura del leader della Lega al fronte del No rappresentato dal M5s, il governatore della Liguria esprime tutta la delusione del Nord e del mondo produttivo. "Mettiamola così: mi pare quantomeno bizzarro congelare un'opera come la Tav in un momento in cui l'economia europea sta tornando in crisi. Bisognerebbe fare l'esatto opposto e gli amici della Lega lo sanno perfettamente". Leggi anche: Il botto di Cav e Meloni, la battuta d'arresto di Salvini. Lo "strano" sondaggio di Masia Un disappunto che Toti, insieme ai colleghi governatori leghisti Luca Zaia del Veneto e Attilio Fontana ha fatto pervenire a Salvini. Che non a caso, ospite di Mattino 5, ha chiarito: "Non c'è alcun blocco della Tav, c'è solo una revisione del progetto con l'obiettivo di portare a termine il progetto". La prospettiva, insisteva Toti, è quella di far diventare l'Italia "da fanalino di coda della crescita Ue a locomotiva della crisi". E alla fine, suggeriva profetico Toti, M5s e Lega troveranno una mediazione, una soluzione intermedia: "Il M5S non può digerire che la Tav si faccia così come è progettata, ma Salvini non si può permettere un azzeramento totale. Ne faranno una low cost, per salvare capra e cavoli". Perché in fondo, quando si parla alle imprese di stop alla Tav (e di reddito di cittadinanza), "reagiscono come davanti al veleno" e questo Salvini lo sa bene.

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