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Luigi Di Maio e Giuseppe Conte contro Salvini e Mattarella: la bomba Cina sul governo

Giulio Bucchi
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Il governo gialloverde ha sempre un buon motivo per esplodere e poche ore dopo la Tav spunta una nuova grana, ancora più grande: la "via della Seta", il memorandum sullo sviluppo infrastrutturale euro-asiatica Belt and road. Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono i grandi sostenitori dell'accordo che rischia di consegnare l'economia italiana in mano alla Cina, tra infrastrutture, porti e scalate finanziarie ai gioielli dell'economia di casa nostra. Una prospettiva che inquieta gli Usa e l'Unione europea, ma pure la Lega. A frenare sono il vicepremier Matteo Salvini e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che qualche giorno fa a Washington ha rassicurato l'alleato americano (terrorizzato dall'avanzata del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei che con la tecnologia 5G, è la tesi dell'amministrazione Trump, metterebbe a rischio privacy e sicurezza nazionale). Ma accanto al Carroccio c'è anche il presidente Sergio Mattarella, garante dell'interesse nazionale (nel quadro di alleanze strategiche come Nato e Ue) e per questo sul chi-va-là. E anche in questo caso, come per la Tav, un grande tema internazionale rischia di trasformarsi in una faida tutta interna a Palazzo Chigi, roba da campagna elettorale o giù di lì. 

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