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Danilo Toninelli, l'ultimo disastro del ministro "re degli incapaci": come ci fa invadere

Gino Coala
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Una settimana fa tredici migranti di nazionalità algerina, fra i quali una donna e un minorenne, sono arrivati davanti alle coste sud-occidentali della Sardegna su due distinte barche intercettate da un elicottero e da un guardacoste vicino all' isola della Vacca e a quella del Toro. Tutti sono stati trasferiti a Cagliari per le procedure di identificazione, grazie all' intervento dal Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Cagliari. Leggi anche: Che tempo che fa, Toninelli umiliato dalla Littizzetto: "Cosa voglio fare con lui" Lunedì pomeriggio, a Lampedusa, sedici migranti, tra cui un bambino e tre donne, sono approdati con un barchino in vetroresina direttamente nel porto, proprio davanti alla Guardia costiera. Nella notte tra lunedì e martedì, sempre a Lampedusa s' è verificato un secondo sbarco: una piccola barca con 23 migranti a bordo, tra cui sette donne e tre bambini, ha fatto il suo ingresso indisturbato nel porto. In particolare, tre delle sette donne sono incinte. Coincidenza? Assolutamente no. L' ipotesi è che ci siano delle "navi madri" che lasciano i migranti a bordo di piccole imbarcazioni, nelle immediate vicinanze dell' isola, in modo da permettere ai migranti di arrivare serenamente in Italia. Le due imbarcazioni infatti, secondo le forze dell' ordine, non sarebbero state nelle condizioni di affrontare la traversata dalle coste nordafricane, senza l' ausilio di una "nave madre". UNA REGIA Che significa questo? Qualcuno forse sa che, soprattutto nella tratta Tunisia-Italia, non c' è poi questa grande attenzione al traffico di immigrati. «Come si vede, il porto è aperto - dice il sindaco dem di Lampedusa, Totò Martello -. Perché nessuno ha fermato la barca? Semplice, perché non ci sono controlli. A Lampedusa gli sbarchi sono frequenti». Già, basti ricordare quello che è accaduto una settimana fa con la "Mare Jonio", la nave Ong di Casarini arrivata senza tanta difficoltà a un chilometro dall' isola più meridionale del nostro Paese. Domanda: come mai la Guardia costiera non è intervenuta con opera di prevenzione sulla "nave madre"? Non se n' è accorta? Sarebbe grave... E da chi dipende la Guardia costiera? Dal ministro delle Infrastrutture, ovvero Danilo Toninelli. Due settimane fa Salvini aveva consegnato 50 fuoristrada alle autorità tunisine, affinché potessero intensificare l' attività contro l' immigrazione clandestini. Eppure gli sbarchi, pochi fortunatamente, non si fermano. C' è qualcosa che non torna. Al governo. Da una parte il vicepremier leghista fa di tutto per bloccare i flussi verso l' Italia, dall' altra Toninelli non sembra così deciso nello spingere i mezzi della "sua" Guardia costiera a fungere da deterrente agli approdi sulle nostre coste. DUE CASTRONERIE Il ministro grillino ieri era proprio in Sicilia. A fare cosa? Il solito: collezionare gaffe... Secondo quanto riporta il sito www.strettoweb.com l' esponente 5stelle, ha detto ai giornalisti che il governo, grazie all' istituzione della 16ª Autorità portuale dello Stretto, è riuscito a «sbloccare due porti contemporaneamente: quello di Gioia Tauro e quello di Messina». E Reggio Calabria? Nell' imbarazzo generale - riporta il sito - il ministro non ha mai nominato Reggio Calabria, segno che per Toninelli l' Autorità dello Stretto collega Messina a Gioia Tauro. In realtà interessa Messina, Reggio Calabria, Milazzo e Villa San Giovanni. Ma la vera chicca è un' altra: in Sicilia per Toninelli esiste anche l' aeroporto del Mela e bisogna lavorare per rilanciarlo. Peccato che lo scalo in questione sia solo un progetto. La pista di San Filippo del Mela non esiste, eppure il responsabile del Trasporti, rispondendo alla domanda: «Ci potrà mai essere una speranza per realizzarlo?», ha risposto deciso: «Bisogna fare sistema. Ci sono tanti piccoli aeroporti, per i quali è corretto che lo Stato ci metta soldi». Aiuto. Intanto i clandestini fanno festa. di Giuliano Zulin

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