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Ignazio Marino, rivincita dell'alieno: scontrini falsi, assolto in Cassazione

Davide Locano
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La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna a due anni di reclusione nei confronti dell'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, "perché il fatto non sussiste". Si parla della celeberrima vicenda degli "scontrini. Marino, assolto in primo grado e condannato in appello, era accusato di peculato e falso per delle cene di rappresentanza pagate con la carta di credito del Campidoglio quando era sindaco della capitale. Al centro del processo, la rendicontazione di una cinquantina di cene, per un totale di circa 12 mila euro. Come detto ora è arrivata l'assoluzione "perché il fatto non sussiste". La sesta sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Marino contro la sentenza, emessa in appello l'11 gennaio 2018, che lo aveva condannato a due anni. L'ex sindaco era stato invece assolto in primo grado. Anche il sostituto pg Mariella de Masellis, nella requisitoria di questa mattina, aveva sollecitato l'assoluzione di Marino, chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna. La sentenza di secondo grado, secondo il pg della Suprema Corte, andava annullata senza rinvio. Richiesta accolta dopo una lunga camera di consiglio dai giudici della Cassazione.

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