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Paolo Becchi, la terza gamba del governo di Salvini e Di Maio: pessime notizie, ecco chi comanda

Davide Locano
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Il governo del cambiamento non è composto solo da M5S e Lega. C'è una terza gamba, quella del Quirinale, incarnata dal ministro dell' Economia Giovanni Tria e dal presidente del Consiglio Conte. Il ministero dell' Economia è un ministero che, insieme agli affari europei, sarebbe dovuto essere in quota Lega. Bocciati Sapelli e Savona, in via XX Settembre è arrivato Tria, mentre alle Politiche europee, dopo il passaggio di Savona alla Consob, la casella è ancora oggi vuota, con le deleghe in mano al Presidente del Consigli. Una scorrettezza politica nei confronti di Salvini. Al di là dei nomi, è la politica economica che conta. Si chiama "governo del cambiamento" perché avrebbe dovuto rappresentare un vero e proprio cambio di rotta nei rapporti con la Ue e nelle decisioni in materia economica. E invece qualcosa è andato storto. Finita la campagna elettorale per le elezioni europee, è presto arrivata la letterina della Ue con la quale ci viene sventolata la famigerata procedura di infrazione per deficit eccessivo. E qui ti aspetti che il "governo del cambiamento" non reagisca servilmente come i precedenti esecutivi, e invece Tria risponde alla Commissione europea con una lettera accompagnata da un documento di 58 pagine che sembra essere scritta da Monti. Leggi anche: Paolo Becchi spiega i mini-bot: come funziona la moneta parallela Nella risposta, infatti, Tria rassicura la Ue che "concordiamo circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato per riportare il rapporto debito/Pil su un percorso chiaramente discendente". Per chi non lo sapesse, l'avanzo primario - che l' Italia già persegue, al netto degli interessi passivi sul debito, da circa trent'anni - si realizza quando lo Stato chiede alla collettività più di quanto non spenda per essa, erodendo di anno in anno la ricchezza dei cittadini. Voler fare un "più elevato" avanzo primario significa voler impoverire ancor di più cittadini e imprese. Sul punto, il contratto di governo M5S-Lega va invece in senso opposto e dice che il governo intende "ridiscutere i Trattati dell' UE" e fare un "appropriato e limitato ricorso al deficit". Altro che avanzo primario! Ma Tria non si limita solo a questo. Nel documento di 58 pagine allegato alla lettera di risposta - si legge che "il nuovo governo ha mantenuto gli impegni esistenti astenendosi da ogni tipo di espansione fiscale nel 2018, anche se gli indicatori del ciclo economico sono improvvisamente peggiorati ". Ma come? Non era questo il governo che, di fronte ad indicatori economici negativi, avrebbe dovuto fare esattamente l' opposto dei governi precedenti? Le intenzioni di Tria, spiace dirlo, sono in perfetta continuità coi governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, se non addirittura peggio. Così non va. I due leader di governo, Salvini e Di Maio, hanno ripetutamente affermato che occorre cambiare rotta e andare oltre le regole Ue. Che poi è quello che c' è scritto nel contratto di governo sul quale l' esecutivo ha ottenuto la fiducia un anno fa. Quando Tria ha accettato l' incarico di ministro dell' Economia ha accettato anche il contenuto del contratto. Duole constatarlo, ma oggi la politica economica dell'esecutivo giallo-verde è nelle mani del Quirinale. Se si vuole dare un segnale diverso che rispecchi il risultato delle elezioni del 4 marzo e delle recenti consultazioni europee, occorre cambiare rotta. E forse anche ministro. E forse anche premier. Continuare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia, ma continuare ad essere succubi della Ue conduce il Paese verso il baratro. E questo gli elettori lo hanno compreso. di Paolo Becchi

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