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Sea Watch, Matteo Orfini: "Avrei fatto lo stesso di Carola Rackete". Il Pd si auto-sperona

Giulio Bucchi
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"In quel momento ho pensato: sei fossi io al suo posto, agirei esattamente come lei". Matteo Orfini era a bordo della Sea Watch insieme ad altri due colleghi parlamentari del Pd, l'ex ministro Graziano Delrio e Davide Faraone, oltre a Nicola Fratoianni e Riccardo Magi. A La Stampa, il dem racconta i concitati momenti dell'attracco al molo di Lampedusa e si schiera apertamente con Carola Rackete: "Veniva da giorni di prese in giro e noi stessi ci eravamo spesi e ottenuto impegni da parte del governo: se c'è un accordo, scendono in 5 minuti. Lo stato a bordo era diventato insopportabile, per un atteggiamento del governo che non saprei definire altrimenti: agghiacciante. A freddo ho ripensato a quel momento. E mi sono dato la stessa risposta". E pazienza se, dunque, con la sua manovra folle all'1.30 di notte la capitana della Sea Watch abbia speronato una motovedetta della Guardia di finanza, schiacciandola contro la banchina e rischiando di uccidere 5 finanzieri. Leggi anche: Minniti, niente sceneggiate. "Avrei risolto il caso Sea Watch in 5 minuti" "Davanti al sequestro di 42 persone - rincara Orfini, riferendosi ai migranti a bordo -, era nostro dovere intervenire e aiutarli a scendere. Così si inizia una battaglia di opposizione". Il prezzo da pagare per una linea umanitaria in questo caso è assecondare una violazione delle leggi. "Ho molti dubbi che ci sia stata una violazione della legge. Davanti ad uno stato di necessità e per portare in sicurezza persone in quello stato, una nave può violare il blocco", sottolinea. Quel che è certo è che al di là dell'opinione pubblica (secondo un sondaggio di Renato Mannheimer per il Giornale la maggioranza degli italiani è favorevole alle "maniere forti" per fermare gli sbarchi) è che il Pd si è spaccato sulla vicenda tra movimentisti alla Orfini e governisti alla Minniti. Uno spettacolare auto-speronamento politico. Stiamo provando a entrare in porto.#SeaWatch— orfini (@orfini) 28 giugno 2019

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