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Elisabetta Trenta come Laura Boldrini su ong e immigrati: pronta a tutto contro Matteo Salvini

Davide Locano
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Non la si può che definire una mossa politicamente suicida. Per combattere l' immigrazione clandestina il ministro pentastellato della Difesa Elisabetta Trenta vuole adottare la linea di Laura Boldrini. La grillina, in risposta al collega dell' Interno Matteo Salvini che già mesi fa aveva annunciato che l' Italia sarebbe uscita dalla missione navale europea Sophia, ha dichiarato che «quanto sta accadendo nel Mediterraneo si sarebbe potuto evitare». «Lo avevo detto a Salvini: senza Sophia torneranno le Ong». Sophia, lo ricordiamo, sembrava che a fine marzo dovesse terminare, poi è stata prorogata di 6 mesi ma confinata al solo pattugliamento aereo del mare. Il capo del Viminale ha risposto piccato: «Il lunedì mattina mi alzo contento, altri un po' nervosetti, problemi loro. Sophia, con tutto il rispetto, recuperò decine di migliaia di immigrati e li portò tutti in Italia, perché questo prevedevano le regole della missione. Ditemi se il contrasto dell' immigrazione clandestina si fa in questo modo». Leggi anche: Elisabetta Trenta, accusa a Salvini su Sophia Dicevamo che la Trenta ha fatto sua la strategia, chiamiamola così, dell' ex presidente della Camera, che ieri ha detto: «Per me Sophia va ripresa. Magari le regole d' ingaggio si ridiscutono, ma non si può sguarnire il Mediterraneo». Peccato che le regole d' ingaggio (figuriamoci comunque se la paladina dell' accoglienza le ridiscuterebbe) furono decise quando lei ricopriva il ruolo di terza carica dello Stato. La Boldrini ha anche parlato del caso della costosissima barca a vela dei centri sociali, "Alex", che ieri è stata confiscata dalla Finanza dopo la notifica di uno sconfinamento in acque territoriali precedente all' approdo illegale a Lampedusa: «Un' imbarcazione che può trasportare 18 membri di equipaggio non poteva fare 100 miglia con 80 persone, non era in grado di navigare». E allora perché i responsabili della nave hanno caricato in fretta e furia tutti i migranti strappandoli alla guardia costiera libica? L'imbarcazione della Ong italiana Mediterranea era anche in grado di navigare (in caso contrario ha messo deliberatamente a rischio la vita dei passeggeri) se prima di fare irruzione a Lampedusa ha ignorato porti più vicini. Ma la Boldrini ha avuto anche l' ardire di aggiungere: «Ci sono interessi per creare una crisi internazionale e a non trovare un accordo sui soccorsi. Salvini, anche quando si prospettano soluzioni non le prende in considerazione, la tira lunga perché gli fa comodo». LA "SOLUZIONE" I risultati della "soluzione" adottata 4 anni fa dai Dem, invece, hanno prodotto i seguenti numeri forniti dal Viminale: Sophia tra il 2017 e il 2018 ha portato in Italia 18.390 richiedenti asilo. Il comitato per l' ordine e la sicurezza ha disposto l' uso delle navi della Marina e della Finanza per controllare le partenze dei migranti e a difesa dei nostri porti. Salvini ieri è tornato a polemizzare coi giudici: «Vedremo se finirà a tarallucci e vino o se chi ha infranto le leggi italiane verrà punito». In serata Salvini ha aggiunto che i magistrati hanno elementi che metterebbero in relazione Ong e scafisti: «Qualcuno dalla Libia chiama Roma per dire "siamo qui, dove ci vediamo?"». Di Maio ha provato a sfotterlo: «Sui migranti Salvini si sente solo? Gli mandiamo un peluche». Neppure il tempo di far sbarcare a Malta i 65 migranti raccolti giovedì da un gommone in acque Sar libiche che la Alan Kurdi si è diretta nuovamente al largo di Tripoli. LA MINACCIA SPAGNOLA La nave della Ong tedesca Sea Eye ha comunicato di aver ricevuto una segnalazione da un altro gommone. OpenArms invece, la nave della Ong spagnola, ha ricominciato a girare al largo di Tripoli. Il governo di Madrid, secondo quanto ha riferito il quotidiano El Diario, avrebbe paventato multe fino a 900 euro in caso di prosecuzione dell' attività al di fuori delle acque di ricerca e soccorso spagnole, l' unica consentita. di Alessandro Gonzato

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