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Immigrazione, aerei da pattugliamento e droni Predator contro gli sbarchi: il piano segreto del governo

Caterina Spinelli
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La Marina militare da sola non basta a frenare i continui arrivi di clandestini a bordo di barconi e barchini provenienti dalla Libia e dalla Tunisia. E così potrebbe intervenire anche l'aeronautica. Oltre le navi che già presidiano il mare a sud della Sicilia, saranno schierati aerei-radar, droni e aerei da pattugliamento in grado di sorvolare il Mediterraneo. È questo il piano messo a punto - secondo La Stampa - dal ministro Matteo Salvini e approvato dall'intero governo, che sulla questione immigrazione si mostra più unito che mai. Il piano del vicepremier è chiaro: evitare che i gommoni lascino le acque territoriali o, in caso, fare in modo che tunisini e libici arrivino prima delle Ong.  Leggi anche: Libia, già liberati 350 immigrati: cosa accadrà ora Ed ecco perché presto l'Aeronautica affiancherà la Marina militare con i suoi mezzi: gli Atr42 nella versione di pattugliamento marittimo, i droni Predator, e gli aerei-radar G550 CAEW di recente acquisizione. "L'insieme aeronavale potrebbero segnalare tempestivamente la presenza di barconi al Centro di coordinamento marittimo competente in modo da consentire rapidi soccorsi", spiegano fonti della Difesa. "Nell'ottica che prevenire è meglio che curare, stiamo approntando tutti gli interventi possibili - riferisce Salvini -. Ho scritto al mio collega tunisino. Lì ci sono libere istituzioni, non capisco perché le autorità non controllino i confini". Nella lettera - prosegue La Stampa - Salvini auspica che si possa fare ricorso ai traghetti per i rimpatri, ma soprattutto accenna alle capacità di sorveglianza marittima da rafforzare. Vorrebbe soprattutto più decisionismo in politica: "Siccome lì c'è un governo e un parlamento che ricevono contributi per centinaia di migliaia di euro da anni dall'Europa, allora occorre che ciascuno faccia il proprio".

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