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Vittorio Feltri: "Il popolo leghista non ne può più di Di Maio e i grillini. Ennesima prova l'Autonomia"

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Caterina Spinelli
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Il popolo leghista non ne può più di Luigi Di Maio e in genere dei 5 Stelle. Ha resistito oltre un anno alla parentela con i grillini, per motivi di sopravvivenza al governo, poi però si è stufato. Ovvio. Il comune denominatore tra le due forze politiche sono litigiosità, lotta e insulti. Va da sé che ora la corda che le univa si sia logorata e sia sul punto di rompersi. La coalizione non può resistere a lungo. Anche perché la Lega con il proprio vigore avanza nei sondaggi di giorno in giorno, mentre i pentastellati perdono terreno ed appaiono deboli e timorosi. Cosicché cercano in tutti i modi di recuperare consensi attaccando i rivali con ogni pretesto, pure il più sgangherato. Il sogno di Di Maio, Fico, Bonafede e compagnia bella è quello di vedere Salvini perseguito e perseguitato dai magistrati. Ogni due per tre trovano un motivo per metterlo nei guai e la loro disperazione è dovuta al fatto che non riescono ad incastrarlo definitivamente. La situazione è paradossale. Leggi anche: Feltri: "La vergogna della magistratura italiana, poi si lamentano delle poche nascite" L' esecutivo sta in piedi poiché Matteo, nonostante tutto, constatando che il gradimento nei suoi confronti cresce, non molla la presa su Palazzo Chigi sulla base di una riflessione giusta: finché il Carroccio progredisce conviene insistere. Nel momento in cui viceversa dovesse calare, egli sarebbe pronto a rompere il famoso contratto sottoscritto oltre un anno fa. Sinora le cose sono andate così. Tuttavia, negli ultimi tempi il filo della collaborazione si è consumato e si ipotizza una imminente rottura. La goccia che rischia di far traboccare il vaso è l' ostilità del Movimento verso la autonomia di Lombardia e Veneto (senza contare l' Emilia Romagna), giudicata una sorta di fucilazione del Sud, cui mancherebbero capitali per sopravvivere. In effetti la sola Lombardia regala ogni anno a Roma 54 miliardi che vengono sperperati al fine di mantenere il Mezzogiorno. Soldi provenienti dalle tasse pagate in abbondanza da Milano e dintorni. I meridionali tremano alla idea che il Settentrione abbia la possibilità di amministrarsi autonomamente, trattenendo sul territorio il proprio denaro, perché in tal caso non avrebbero più mezzi di sostentamento. Per giustificare le loro paure sostengono che l' Italia non debba dividersi tra regioni ricche e regioni povere, e predicano la necessità di tenere unita la patria. Aggiungendo: non può venire meno un rapporto di solidarietà tra abbienti e indigenti. Nobili discorsi, ma improponibili. Il Nord non ce la fa più di fare la fame per sfamare chi, invece di lavorare, si fa assistere. Il benessere bisogna guadagnarselo. È assurdo credere che piova gratis dalle Alpi alla Sicilia. Questo la Lega deve tenerlo a mente. di Vittorio Feltri

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