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Matteo Salvini, Repubblica e "gli amici moscoviti del Capitano". Gira una voce: "Nonostante i proclami..."

Caterina Spinelli
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Nel lontano 2013, quando il Congresso di Torino incoronava Matteo Salvini nuovo segretario dell'allora Lega Nord, ad applaudire in prima fila c'erano anche due rappresentanti moscoviti: Viktor Zubarev, deputato alla Duma di Russia Unita e già uomo chiave dell'Alleanza europea per la libertà (coalizione di euroscettici di estrema destra) e Aleksej Komov, ambasciatore russo presso l'Onu del Congresso mondiale delle famiglie, nonché manager della fondazione San Basilio il Grande. Leggi anche: Matteo Salvini, l'amico: "Gli sconsiglia di andare al Metropol, non si mescolano politica e business" La presenza dei due a Torino - riporta La Repubblica - è stato l'inizio di una svolta nei rapporti tra Lega e Mosca. Da quel momenti il ministro dell'Interno Salvini è una presenza ricorrente su Rt, ex Russia Today. A Mosca non passano inosservati neppure gli strali del leader leghista contro Bruxelles, né gli elogi al leader del Cremlino come "statista che non serve gli interessi dei globalisti". Quando nasce il governo gialloverde Mosca è la prima a esultare per quel nuovo "Capitano per l'Europa". Il tifo però va scemando. I commentatori russi continuano a ricordare a Salvini la promessa di portare sul tavolo di Bruxelles l'abolizione delle sanzioni antirusse, per cui ad oggi l'Italia non ha mai votato contro. E così ai moscoviti viene il dubbio che il ministro dell'Interno possa essere "un camaleonte politico". 

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