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Sergio Mattarella, il piano in caso di crisi: "Dal Colle già partiti i piccioni viaggiatori". Nuovo terremoto

Giulio Bucchi
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Nella pentola del Colle bolle roba grossa, e indigesta per Matteo Salvini. Di fronte alla prospettiva di crisi di governo avanzata dal leader della Lega, i quirinalisti si sono scatenati per "leggere le carte di Sergio Mattarella. Il presidente non è "un interventista" alla Giorgio Napolitano, sottolinea Italia Oggi, ma di fronte a una precipitare della situazione sarà comunque costretto a prenderla in mano e fare scelte scomode e impopolari.  Leggi anche: Conte, la strategia dell'attesa. Prima al Colle, poi l'incontro segreto col big Pd L'obiettivo principale del Capo dello Stato, da leggere in controluce in sue varie dichiarazioni, è quello di avere un governo stabile in autunno, per preparare la manovra ed evitare guai con l'Unione europea. Se Salvini e Di Maio vogliono la crisi, dunque, dovranno arrivare alle estreme conseguenze: un passaggio formale in Parlamento, con la sfiducia a Giuseppe Conte. Ma dopo? La situazione è nebulosa: il Pd avrebbe dubbi ad appoggiare un governo "di unità nazionale" con orizzonte limitato alla sola finanziaria, ma di fronte a turbolenze in Borsa e in Europa non potrebbe sottrarsi. La linea della continuità della legislatura resta la preferita da Mattarella, che come sottolinea Italia Oggi punta anche sulla "scarsa propensione di deputati e senatori in carica a rinunciare alla poltrona detenuta". Politicamente, si nota, il Capo dello Stato pare più vicino ai 5 Stelle (nonostante gli attacchi personali ricevuti) che a Salvini e al centrodestra, per questo secondo alcune fonti riservate "potrebbero quindi compiersi tentativi per un governo che escluda Salvini e che potrebbe anche essere guidato da Conte, personaggio sempre più dinamico".  In ogni caso, aggiunge Dagospia, Mattarella "ha già fatto recapitare tramite appositi piccioni viaggiatori che se non si voterà tra settembre e ottobre meglio sarebbe arrivare fino a giugno senza fermarsi in primavera", contando il fatto che il via libera alla riduzione dei parlamentari (con i 3 mesi per il possibile referendum) non arriverà in tempo. 

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