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Giuseppe Conte, il retroscena sul "patto di Bibbiano" tra M5s e Pd: sono senza vergogna

Giulio Bucchi
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L'hanno già ironicamente ribattezzato il "patto di Bibbiano". L'inciucio tra Pd a M5s è a un passo, con tutto il suo carico di imbarazzi, omissioni e non detti. Sul programma pochi si sbottonano, visto che chi si è insultato per un anno intero si ritroverebbe tra poche settimane a lavorare a braccetto. Meglio dunque pensare a quello che conta davvero: le poltrone.  Leggi anche: Salvini in "ritiro" due giorni da Verdini. Gli ha suggerito un'idea: scacco matto? Al di là dei toto-ministri, si parte dal premier, e qui le voci sono disparate. Il Colle vedrebbe bene Enrico Letta, il Pd spingerebbe per Nicola Zingaretti. Ma occhio, perché quello in carica, Giuseppe Conte, non ha ancora abbandonato le velleità di fare il bis. Molto si deciderà martedì 20 agosto: bisogna capire il tenore del suo discorso e le reazioni di Lega e soprattutto dem. Un retroscena del Corriere della Sera dal vertice a 5 Stelle di Marina di Bibbona, che domenica pomeriggio ha praticamente sancito il divorzio tra Di Maio e Salvini, emerge come con il Pd i 5 Stelle starebbero "già cercando di far passare l'ipotesi (senza incontrare grandi resistenze) di avere Conte ancora come premier". Sarebbe anche un modo, si sottolinea, per "far accettare alla base il patto con il Diavolo", il "partito di Bibbiano" appunto. Alla luce di tutto questo, si comprende meglio perché, al di là delle delusioni e dei rancori personali, Conte si sia trasformato nell'ultima settimana nel più feroce anti-Salvini d'Italia.

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