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Giancarlo Giorgetti "intercettato" al Senato: "Ma di che parlate?", lo sconcerto del leghista

Giulio Bucchi
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Facce tese, impassibili. I leghisti seduti tra i banchi della Lega non hanno regalato sorrisi a Giuseppe Conte, né applausi a differenza dei colleghi del Movimento 5 Stelle. Solo strette di mano, molto formali, prima che il premier si scagliasse durissimo contro Matteo Salvini. Il suo vice nel Carroccio, Giancarlo Giorgetti, ha seguito tutta la giornata con sguardo accigliato perché come lui stesso ha ammesso la crisi l'avrebbe aperta molto prima, non certo ora. Leggi anche: Non sentiva da giorni Salvini, ma Forza Italia sì. Giorgetti, clamoroso retroscena Forse anche per questo i retroscenisti a Palazzo Madama suggeriscono di tentativi in estremis, subito dopo il primo discorso di Conte, per ricucire con i 5 Stelle. Giorgetti è stato avvistato insieme al collega leghista Zicchieri e ai grillini Buffagni e Paragone, chiuso in una stanza subito fuori l'aula di Palazzo Madama. Erano i 4 "sherpa" gialloverdi, e una delle opzioni sul tavolo era mantenere la maggioranza cambiando ministri. Sacrificio estremo, quello dello stesso Salvini. Ai giornalisti che raggiungono Giorgetti nel tardo pomeriggio, per chiedergli conto di un eventuale maxi-rimpasto, risponde secco: "Come? Ma di che parlate?". Tradotto, per usare le parole di Elisabetta Casellati rivolta ai senatori Pd: "Ma avete capito che oggi c'è la crisi di governo?". Ancora più chiaro: ma avete capito che oggi tra Lega e grillini è finita?

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