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Gian Marco Centinaio: "Un governo di clandestini e come tale va trattato"

Maria Pezzi
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Oggi pomeriggio Fratelli d' Italia e Lega si ritroveranno sotto Montecitorio (ma senza bandiere di partito) per inscenare una protesta contro il governo giallorosso, nato in barba alla volontà popolare che alle ultime elezioni aveva bocciato sia Pd sia M5S. Ne parliamo con l' ex ministro Gian Marco Centinaio. Senatore, dopo 14 mesi di governo torna la Lega di lotta? «Sì, con la speranza che questa fase duri il meno possibile e che a decidere chi deve governare siano gli italiani». Oggi sarete in piazza con la Meloni. A dire cosa? «Che faremo opposizione durissima. Ha presente la politica contro i migranti? Ecco, noi useremo con questo governo la medesima durezza. Del resto questo è un esecutivo di clandestini e come tale va trattato». Come giudica la composizione di questo governo? «Nel peggior modo possibile. Del resto è evidente che i big dei due partiti si sono tenuti alla larga per avere mani libere e staccare la spina al momento giusto». Beh, Di Maio è ministro degli Esteri... «Luigi sta facendo lo stesso percorso di Alfano e, temo per lui, farà la stessa fine politica. Entrambi ormai sono leader di serie B da accompagnare alla porta. E poi, ormai, il ministero degli Esteri...». Non conta più? «Se mai me lo proponessero, inizierei a preoccuparmi (ride). I ministeri pesanti sono quelli che trattano di economia ed Europa e quelli, guarda caso, se li è presi tutti il Pd, il partito delle cadreghe. I Cinquestelle sono nell' angolo, i dem li hanno mangiati come la scorsa legislatura avevano fatto col Nuovo Centrodestra». Già, l' Europa. Quella che ora apre al 3%, alla maggior flessibilità economica. Che è successo? «È successo che non c' è più il razzista, populista Salvini, l' unico "dittatore" che vuole andare a votare. Ed è ormai chiaro a tutti che il vero regime è proprio quello della Ue. Se sei contro il sistema ti massacra con le banche, lo spread e con i mega dirigenti non scelti dal popolo, che però hanno il potere di vita e di morte sui governi». Guarda caso per la Germania in crisi i dogmi europei sembrano non valere. Sorpreso? «Affatto. Ed è il motivo principale per il quale la Lega ha lasciato il governo. Con Conte e Tria non si poteva nemmeno parlare di sfiorare il 3%. La Germania, invece, lo farà. Con una battuta amara possiamo dire che, via Salvini, l' Europa sta adottando quei cambiamenti alle sue politiche che voleva Matteo». Centinaio, lei è stato l' ultimo dei pontieri coi Cinquestelle. Dica la verità: c' è stato un momento in cui si è arrivati vicini alla riedizione del governo gialloverde? «Sì. Dopo lo strappo noi eravamo pronti a ricucire a patto che se ne andasse Conte, da sostituire con un premier del Movimento. I Cinquestelle hanno aperto e ci hanno dato il nome di Di Maio. Noi eravamo disponibili, ma 48 ore dopo i contatti si sono interrotti e c' è stato l' accordo col Pd». Lei che ci ha lavorato, che idea si è fatto di Conte? «Non è certo uno stupido. Ha sempre fatto pesare la sua posizione. E fino alle elezioni europee è stato anche un uomo di equilibrio tra le due componenti del governo. Dopo il voto è cambiato tutto e lui si è schierato. Sminuiva le nostre battaglie e difendeva quelle dei Cinquestelle». E coi grillini come si è lavorato? «Idem. Fino alle elezioni europee si è fatto tanto e bene. Dopo è stata una via crucis». Ultima domanda. Lei era nella lista dei nomi per fare il commissario europeo. Ora non è più nemmeno ministro. Che effetto le fa? «Sarei stato commissario se ci avessero dato l' agricoltura, ma francamente andare in Europa non era tra le mie priorità. Per il resto, guardi, io sono un soldato della Lega: se mi dice di fare il ministro faccio il ministro, se mi dice di fare il soldato semplice, idem. Il mio futuro? In Parlamento a fare opposizione dura, usando l'"Arma Calderoli" e poi a testa bassa a lavorare per far crescere la Lega nel mio territorio». di Fabio Rubini

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