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Di Maio: "Ritorno con Lega? Ho rifiutato la carica di premier"

AdnKronos
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Roma, 10 set. (AdnKronos) - Ritornerebbe con la Lega? "Mai dire mai nella vita, ma ci ho pensato bene, ho rifiutato la carica di premier di questo Paese, figuriamoci se ci ripenso", replica Luigi Di Maio, ospite di 'Di Martedì, di Giovanni Floris nel giorno della fiducia al Conte bis. "Noi eravamo i più scettici su questa alleanza con il Pd. Noi avevamo detto che volevamo andare al voto. Poi mi sono consultato con il Movimento, anche con Beppe Grillo, che ha sostenuto questo governo. Poi abbiamo messo l'accordo al voto su Rousseau. Poi quando mi sono seduto al tavolo mi hanno stupito positivamente". E in risposta a una domanda di Floris sulla scatoletta di tonno 'protagonista' del dibattito politico Di Maio ha detto: "Il tonno è degli italiani, perché nella scatoletta ci sono le risorse finanziarie degli italiani...". Il leader del M5S parla, poi, di un messaggino ricevuto più di un mese fa dall'allora ministro dell'Interno. "Il 7 agosto ho ricevuto un sms da Matteo Salvini che diceva 'vedi che Conte ti deve dire una cosa'" rivela Di Maio. "Fino al giorno prima mi era stato detto che il governo andava avanti per 5 anni, non ci sono problemi. Io l'ho richiamato e mi viene detto che non si può più andare avanti, perché i miei non li tengo più, questo governo deve cadere... Io gli ho detto 'arriviamo al taglio dei parlamentari a settembre e lui mi ha detto 'non ci si arriva'...". Non è l'unico retroscena rivelato dopo la crisi di governo. "Dopo le Europee ho detto alla Lega: avete vinto le Europee, prendete il commissario e andate a cambiare l'Europa. Secondo: visto che avete a cuore la flat tax e ci accusate di non volerla fare prendete il ministero dell'Economia. Sapete che è successo? Mi sono sentito come quello fermo al semaforo rosso che viene tamponato da uno che poi scende e dice: 'è colpa tua perché hai frenato di colpo', 'ma se ero fermo'; 'allora non ti funzionavano gli stop' 'ma ero fermo!'". Quanto al futuro, dice,"abbiamo la grande opportunità di fare una rivoluzione verde, ecologica per l'Italia". "Questa è la grande occasione, da qui alla legge di bilancio di dicembre, per cominciare a cambiare lo stile e la qualità della vita degli italiani. L'Italia nel 2025 deve spegnere tutte le centrali a carbone; siamo d'accordo a bloccare le trivellazioni nel nostro mare perché abbiamo le coste più belle del mondo ed è da fessi metterle a repentaglio per una trivella che può impazzire; basta con gli inceneritori", scandisce il ministro degli Esteri e capo politico del M5S. Mette, poi, uno stop su "quota 100" e "il decreto dignità" che, dice, "sono provvedimenti che non si toccano". "Alla legge Fornero non si torna, sia ben chiaro, questa è una garanzia dei Cinque stelle" aggiunge. "Per me a ottobre si devono tagliare definitivamente i 345 parlamentari, mancano 2 ore di lavoro alla Camera ed è fatta. Dobbiamo avviare la riforma della giustizia" perché "al primo gennaio 2020 scatta la norma sulla prescrizione. Dobbiamo necessariamente dimezzare i tempi della giustizia, non solo quella penale". "Il garante dei nostri temi" che sono nel "programma è il presidente Conte" assicura Di Maio. "Oggi abbiamo ottenuto la fiducia in Parlamento - conclude -, adesso con i fatti dobbiamo ottenere la fiducia degli italiani, che è la cosa che mi sta più a cuore".

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