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Vespa svela come Conte salvò il posto di premier. Così Di Maio ha ingannato Salvini

Matteo Salvini si fa un selfie con Bruno Vespa negli studi di Porta  Porta

Marco Rossi
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Bruno Vespa nel suo ultimo libro, Perché l'Italia diventò fascista, racconta i giorni convulsi seguiti alla caduta del primo governo Conte. Dopo il blitz di Renzi, Salvini provò a ricucire l'alleanza con i 5 stelle. Intorno a Ferragosto accadde di tutto. Renzi, che all'inizio immaginava un governo senza Conte, lasciò cadere il veto. La Lega cominciò a temere la nascita di un governo giallorosso e rilanciò clamorosamente promettendo il taglio dei parlamentari. Per approfondire leggi anche: Bruno Vespa: "il secondo governo Conte nato da un equivoco" «Quando scoppiarono le polemiche sul si vota o non si vota» mi racconta il segretario della Lega, scrive Vespa, «gli dissi apertamente: nell'interesse del paese, se cambiate i ministri e rivediamo il contratto di governo, tu puoi fare il premier. Se accetti, lo dico ai miei, che non ho ancora sentito» E lui? «"Ci dormo su e ti dico". Non feci pressioni. Scelsero un'altra strada, che non gli porterà fortuna». Diversa la versione di Di Maio: «Non abbiamo mai parlato di ministri e di programmi. Mi ha fatto soltanto la proposta secca di fare il premier. Ma era tardi».

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