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Ex Ilva, no allo scudo fiscale: indiscrezioni, il M5s sta per implodere

Maria Pezzi
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Lo scudo penale, o una qualche forma di immunità, prima o poi dovrà essere reintrodotto. Perché, come ammette un deputato del M5S, «lo stesso problema si ripresenterà con un investitore privato o con lo Stato, se subentrerà lo Stato». Ma quella che, ormai, è un' evidenza deve fare i conti con un partito di maggioranza, il M5S, sull' orlo dell' implosione e dunque non sono permesse facili soluzioni. Per questo, ieri, sono stati bocciati tutti gli emendamenti al decreto fiscale che puntavano a ripristinare il famoso scudo. La commissione Finanze della Camera, presieduta dalla pentastellata Carla Ruocco, ha giudicato inammissibili per «estraneità di materia» le proposte di modifica presentate da Italia Viva e Forza Italia. Emendamenti che chiedevano la reintroduzione «dell' esonero da responsabilità penale e amministrativa per le condotte di attuazione del Piano ambientale di Ilva». Non ammessa nemmeno la proposta di Giorgia Meloni (Fdi) che puntava a reintrodurre l' immunità penale per l' affittuario o acquirente e per i soggetti delegati di Ilva con riferimento alle condotte di attuazione del piano ambientale. Respinti anche gli emendamenti della Lega (primo firmatario Riccardo Molinari). Per approfondire leggi anche: Il caos Ilva fa crollare il M5S  Ora c' è tempo per poter fare ricorso. Ma politicamente il segnale è chiaro: la questione dello scudo è troppo pericolosa perché si permetta una gestione parlamentare. Non se lo può permettere il governo, perché il M5S è spaccato. «Non li hanno ammessi per non doverli bocciare in sede di esame», si commentava, ieri, nella maggioranza. Perché una bocciatura avrebbe significato l' apertura di una falla nella maggioranza sempre più traballante. Sul piede di guerra le opposizioni. La Lega, ha detto Matteo Salvini, farà «ricorsi e controricorsi, faremo le nostre proposte, è una scelta politica». Secondo Anna Maria Bernini, è il segno che «la maggioranza non c' è più». Mentre Ruocco ha difeso la scelta spiegando che gli emendamenti non riguardavano il tema fiscale. «Le ripresenteremo in legge di Bilancio e voglio vedere cosa faranno», diceva Edoardo Rixi, Lega. Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d' Italia, ha protestato contro questa decisione: «C' è grande rammarico sul fatto che siano stati dichiarati inammissibili tutti gli emendamenti che tentano di reintrodurre lo scudo penale per ArcelorMittal, togliendo così l' alibi per la società per andarsene immediatamente. Il governo volendo potrebbe ancora intervenire con un decreto ma noi continuiamo a chiedere non solo il ripristino dello scudo ma anche che l' Italia coinvolga l' Ue». Vero è che il nodo si riproporrà. Del resto ieri mattina i senatori del M5S hanno incontrato il ministro Stefano Patuanelli e sostanzialmente hanno aperto a una soluzione che preveda una qualche immunità. Ma non deve passare per un voto di fiducia, è la richiesta. Una via d' uscita potrebbe arrivare dal Tribunale di Milano, dove ArcerlorMittal ha presentato l' istanza per recedere dal contratto. «Se il giudice dà torto agli indiani, dicendo che lo scudo penale non è una condizione per recidere dal contratto perché non era tra i vincoli del contratto, a quel punto lo scudo non ha più senso». Non ha più senso per loro ma il problema si riproporrà con chiunque prenda in mano l' ex Ilva, come ha provato a spiegare il premier Conte ai parlamentari pugliesi del Movimento. di Elisa Calessi

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