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Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni al PalaDozza: "Ci prendiamo prima l'Emilia, poi tutta Italia"

Davide Locano
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Prove tecniche di ritorno al governo per la Lega e Matteo Salvini dal Paladozza gremito, tra le bandiere del Carroccio e i cappellini per Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra in Emilia Romagna al voto del 26 gennaio. L'evento principale della Lega a Bologna vede sul palco tutti i governatori del Carroccio, tra loro anche Luca Zaia, incerto fino all'ultimo, vista la sciagura che ha colpito Venezia. I seimila posti del palazzetto sono tutti occupati. Tifo da stadio, mentre Mario Giordano introduce gli ospiti. Leggi anche: Salvini al PalaDozza scatenato contro Di Maio Pesantissime le prime parole di Salvini: "Se anche qui come in Umbria sceglieranno il futuro, il cambiamento, la Lega e il centrodestra qualcuno a Roma ne dovrà prendere atto". Il messaggio del leader è chiarissimo: vincere in Emilia Romagna per archiviare il governo giallorosso e riprendersi il governo dopo elezioni. Uno scenario che, in caso di vittoria della Borgonzoni, potrebbe essere l'unica pista percorribile. L'incontro è iniziato con una quarantina di minuti di ritardo. La ragione? Per consentire ai militanti a bordo dei pullman fermi nel traffico bloccato dalla contro-manifestazione dei centri sociali di raggiungere il PalaDozza. Fuori dal palazzetto, infatti, i soliti noti si scontravano con la polizia tra cori e insulti contro il leader della Lega. "Fuori ci sono dei teppisti che cercano di aggredire poliziotti e carabinieri - ha tuonato Salvini -. In democrazia non funziona così, poliziotti e carabinieri dovrebbero stare in stazione a controllare gli spacciatori, non in strada a bloccare i viali e a usare gli idranti perché ci sono dei violenti per i quali a Bologna può manifestare solo qualcuno che a loro sta simpatico e la Lega no. Siamo in democrazia, Bologna è aperta a tutti", ha sottolineato

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