Emilia Romagna, Di Maio: "Non diventi referendum su governo"
Roma, 26 nov. (Adnkronos) - Il voto in Emilia Romagnanon deve diventare un "referendum sul governo", "parliamo del futuro di questa regione". Lo ha detto Luigi Di Maio, leader politico M5S, ospite di 'Agorà' su Rai3. Poi, alla domanda su eventuali conseguenze sulla maggioranza nel caso in cui Bonaccini perdesse perché si è deciso di correre da soli, ha risposto tagliando corto: "Non ho mai sentito questo discorso da nessuno del Pd". "Qui sembra - avverte il leader politico M5S - che ci stiamo presentando alle elezioni perché vogliamo far perdere qualcuno... Se M5S ha la colpa di esistere, qualcuno lo dica, ma dal Pd non ho mai sentito nessun discorso di questo tipo, è un discorso che si sta facendo solo a livello mediatico...". "M5S in Emilia Romagna era stato descritto come un Movimento in guerra, che chiedeva il mio scalpo... Ieri sera io ho trovato, invece, tanto affetto e su 60 interventi che ho sentito, 59 mi hanno detto che dobbiamo andare da soli. Solo uno ha ipotizzato di sostenere Bonaccini ma noi non possiamo per statuto, lo statuto non prevede accordi con candidati di partito ", ha detto poi Di Maio parlando della riunione di ieri con gli attivisti a Bologna in vista del voto nella regione. Poi ha sottolineato: "Dico alle forze politiche che corteggiano il Movimento: invece di parlare di accordi di coalizione, prendete a piene mani dal nostro programma e dopo le elezioni vi chiederemo di realizzarli e saremo felicissimi perché vuol dire che l'Emilia Romagna avrà un aiuto in più". Su un accordo dei 5 Stelle con il Pd in Calabria per schierare un candidato comune come Filippo Callipo, Di Maio ha affermato: "No, smentisco anche questo, non c'è nessun accordo con il Pd". Terremoto in Albania, Di Maio: "Allo stato nessun italiano coinvolto" Di Maio ha anche affrontato il tema del maggioritario: "Storicamente siamo sempre stati per il proporzionale, poi la discussione ci sarà in Parlamento" a proposito dei legge elettorale. "Di base la legge deve essere proporzionale", insiste il leader politico M5S. Quanto alle riforme, "le fa il Parlamento. Se siamo in una maggioranza le forze politiche di maggioranza prima si coordinano tra di loro e poi con l'opposizione. E' importante tenere una linea di maggioranza", ha detto Di Maio frenando sul cosiddetto lodo Giorgetti, ovvero la proposta del numero due della Lega di un tavolo delle riforme, condivisa dal Pd. Che ne pensa di Romano Prodi al Colle? "Credo che questo dibattito sia davvero osceno, perché sembra si stia tirando per la giacca il presidente Mattarella", ha replicato il capo politico dei 5 Stelle aggiungendo: "Fare un discorso sul successore di Mattarella ad oltre due anni dalla sua elezione sembra quasi dire che siamo già stufi dell'inquilino del Quirinale...". Beppe Grillo è andato all'ambasciata cinese a titolo personale o in rappresentanza del Movimento? "Capita spesso che un ambasciatore di un paese straniero voglia incontrare una personalità italiana e questo è valso anche per Grillo, perché scandalizza questo?", ha replicato Di Maio. "Immagino - spiega il leader politico M5S - che Grillo sia andato all'ambasciata cinese su invito dell'ambasciatore cinese, perché scandalizzarsi quando non c'è nessuna possibilità che Grillo porti all'ambasciata cinese linee di governo, perché il governo è rappresentato dal presidente del Consiglio e dai ministri...". "Io sono andato in Cina tre volte per portare le nostre imprese a vendere il Made in Italy lì. Piuttosto, sono rimasto molto colpito dalla visite di Salvini in Russia. Salvini si preoccupi di quelle lì, non delle mie visite da ministro degli Esteri in Cina...", ha detto ancora Di Maio.