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Franco Bechis su Giuseppe Conte: "Supercazzole e musi lunghi, che autogol il discorso sul Mes"

Marco Rossi
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Franco Bechis, nel suo editoriale sul Tempo in edicola martedì 3 dicembre, critica l'atteggiamento del premier Giuseppe Conte nel dibattito parlamentare sul Mes. Conte, scrive il direttore, è riuscito a non dire nulla per 28 lunghe e noiose pagine. Conte doveva chiarire se era intervenuto - come lo aveva impegnato a fare il Parlamento - in sede di consiglio di Europa e di Euro gruppo il 21 giugno scorso per cambiare due passaggi di quella riforma critici per l'Italia. Tutti abbiamo chiaro che se mai quell'intervento ci fosse stato, comunque sarebbe andato a vuoto perché i due punti critici c' erano prima e sono identici nel testo attuale. Per approfondire leggi anche: Luigi di Maio e Conte, la frase rubata da Osho Ha sciorinato vuota retorica, frasi prive di qualsiasi significato, documenti a supporto dove era contenuta al massimo l'acqua fresca. L'unica frase ripetuta più volte è che lui avrebbe costretto tutti gli altri capi di Stato europei a piegarsi a una "logica di pacchetto". Che cosa questo significhi è misterioso. Così dopo il suo discorso erano tanti i musi lunghi dopo le supercazzole del premier, e le facce più scure erano nei banchi M5s, prima fra tutte quella di Luigi Di Maio. La sensazione dopo questo passaggio in aula è - per dirla con un gioco di parole - che per Conte si sia Mes ppiuttosto male. Nei corridoi di palazzo esponenti della maggioranza ieri non escludevano per la prima volta una crisi di governo.  

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