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Roberto Maroni avverte Matteo Salvini: "Addio Lega Nord? Qualcuno riempirà il vuoto"

Davide Locano
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Chiedere un giudizio politico a Roberto Maroni, ex segretario federale della Lega (tra le varie cariche ricoperte), non è mai esercizio banale. Logico interpellarlo sulla nuova Lega. Cosa ha provato lei, che della Lega Nord è stato fondatore, davanti alla trasformazione del partito da territoriale a nazionale? «L' ho visto per quello che è: il passaggio dalla Lega al partito di Salvini». Sembra quasi dirlo con rammarico... «No, affatto. Temevo che questo congresso chiudesse la Lega, invece resta la Padania, Bossi e l' articolo 6 sui fondatori, tra i quali ci sono anche io». E allora cosa cambia, scusi? «Cambia che Salvini può arrivare là dove io e Bossi non siamo arrivati...». Ovvero? «A creare un partito egemone. Era il nostro progetto. Poi è spuntato Berlusconi con la sua Forza Italia e ci ha portato via i voti. Matteo invece ce la può fare». Per il momento il partito lo ha snellito molto. La Lega rischia di non essere più quell' organizzazione "leninista" che a lei piaceva tanto? «Matteo vuole un' organizzazione leggera, perché ha capito che il partito è lui». Sul modello "partito di plastica berlusconiano", insomma. A lei piace? «Io preferisco il partito solido, radicato sul territorio, ma rispetto a quando fondammo la Lega, oggi è un altro mondo». Quindi? «Salvini ha visto che nonostante gli errori che ha commesso e una crisi di governo ancora oggi incomprensibile, la sua figura basta e avanza, che la Lega è Salvini e non viceversa. Da questo punto di vista capisco Matteo e dico che ha fatto bene a fare quello che ha fatto». Ora ci sono due partiti: la Lega Nord e la Lega Salvini Premier. Che succederà alla prima? «Penso che a breve Salvini si dimetterà da segretario della Lega Nord e nominerà un commissario. Dal nome che sceglierà dipenderà il futuro della Lega. Siamo ad un bivio». Quali sono le strade che si potranno imboccare? «La prima, quella che mi sento di suggerire a Matteo, porta a una Lega attiva che giochi di sponda con Salvini e tenga alta l' attenzione sulla questione settentrionale. In questo modo, e giocando bene le carte, Salvini con le sue due Leghe potrebbe occupare tutto il palcoscenico...». E l'altra strada? «È quella di mettere la Lega Nord in soffitta e così il commissario sarebbe un semplice liquidatore, ma sarebbe un vero peccato, anche perché in questo caso c' è già chi è pronto a prendersi lo spazio di rappresentanza delle istanze del Nord. La questione settentrionale esiste e può essere risolta solo con l' Autonomia, ma la Lega al governo su questo tema poteva e doveva fare di più...». Come vede la conquista del Sud? «Fa parte del cammino verso partito egemone, ma Salvini dovrà stare molto attento. I politici del Sud sono molto bravi a organizzarsi e non vorrei che ad un certo punto si accorgesse di non avere più il partito in mano. Questa è una cosa che ho visto fare tante volte». Maroni, il congresso ha introdotto il doppio tesseramento. Una cosa che nella Lega sua e di Bossi sarebbe equivalsa a bestemmiare in chiesa. E invece... «È vero. Anzi, ricordo quando era un peccato mortale iscriversi a Terra Insubre e alle battaglie che feci con Umberto per convincerlo che non era una corrente. Se poi penso a Tosi espulso per aver creato un' associazione...». A proposito di Bossi, ieri ha benedetto la svolta di Salvini... «(Maroni sembra esitare, poi...) Guardi, diciamoci la verità: Umberto è andato al congresso per essere consolato. Ma anche se fosse stato contrario, non sarebbe certo stato in grado di fermare il progetto di Matteo». Lei resterà con la tessera della Lega Nord o le farà tutte e due? «Le farò entrambe, in attesa di capire la strada che imboccherà la nuova Lega». Ultime domande veloci: col referendum sul taglio dei parlamentari ci saranno elezioni anticipate? «No. All' inizio lo credevo anch' io, ma hanno commesso un errore: annunciandolo così presto il governo può attrezzarsi per fare il referendum a marzo e addio elezioni anticipate». Che pensa delle Sardine? Dureranno? «Boh. Anche la prima Lega era stata bollata come "tigre di carta" e oggi siamo il partito più vecchio. Il fatto è che oggi in politica fare previsioni per i prossimi quattro o cinque anni è impossibile..». di Fabio Rubini

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