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Matteo Renzi contro Pd e M5s che concedono alla Sicilia di pagare il proprio debito in dieci anni

Caterina Spinelli
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Siamo alle solite. La Regione siciliana spreca, il rosso si accumula e in modo diretto o indiretto (cambia poco) lo Stato interviene mettendoci una pezza. Morale della favola: a pagare sono sempre i soliti noti: tutti i contribuenti. L' ennesima puntata della saga ha un copione abbastanza annunciato. Si sapeva infatti che l' esecutivo si era impegnato a evitare il commissariamento dell' isola governata da Nello Musumeci e che quindi avrebbe trovato uno strumento per rateizzare il disavanzo di Palazzo d' Orléans. Vista l' impossibilità di inserire la norma nel Milleproroghe i giallorossi hanno virato su un decreto legislativo da approvare in Consiglio dei Ministri. Italia Viva si è opposta. Il partito di Renzi, per bocca del consigliere economico dell' ex premier Luigi Marattin ha spiegato: «Nel Cdm è prevista l' approvazione di una norma (in attuazione dello statuto della Regione siciliana sull' armonizzazione dei sistemi contabili) che è un dito in un occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole... Noi siamo profondamente contrari a ogni legge che, derogando alle regole valide per tutti, fornisca vantaggi di breve periodo senza assicurare una buona volta un risanamento strutturale... un' altra strada è possibile». Sarà anche così. I fatti però dicono che ancora una volta il governo ha scelto la strada degli aiuti. Di quanto parliamo? A conti fatti il disavanzo definitivo accertato della Sicilia è pari a 7,3 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto a quello dell' anno scorso. Dei 7,3 mld, infatti, 6,286 miliardi sono già stati spalmati in gran parte nei bilanci dei prossimi trent' anni. Restava la perdita di circa un miliardo e su questo miliardo il governo è intervenuto spalmandolo nel prossimio decennio. «Non si poteva fare diversamente - evidenzia il sottosegretario al ministero dell' Economia Alessio Villarosa -, sarebbe stato sbagliatissimo far ricadere i problemi di gestione della Regione sui lavoratori e sugli enti locali, che ne avrebbero pagato le conseguenze». Ci mancherebbe. Il problema è che di questo passo il rosso della Regione non potrà che crescere (il prossimo anno ci sarà da pagare anche la rata del miliardo attuale) e che in prospettiva non si vedono margini per ridurre il buco visto che la quasi totalità del bilancio siciliano se ne va per pagare i dipendenti, le pensioni e la sanità. Dove restano i margini per fare dei tagli? Marattin si dice sicuro di aver arginato la deriva. «Sulla vicenda della norma relativa alla regione siciliana - ha sottolineato dopo il via libera del Cdm- abbiamo raggiunto l' obiettivo: alla misura di favore per la regione (la rateizzazione decennale del disavanzo) si è aggiunta la nostra proposta, accolta integralmente. Cioè di affiancare precisi obblighi di riduzione della spesa corrente che dovranno prendere corpo nei prossimi 90 giorni, altrimenti il periodo entro cui il disavanzo potrà essere spalmato tornerà a 3 anni». Sarà. il fatto è che questi obblighi erano già stati inseriti in passato, salvo essere poi cancellati. Chi ci dice che a breve non succederà la stessa cosa? di Tobia De Stefano

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