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Sardine, la scissione. Ogongo contro Santori: "Benetton l'ultimo errore. A Roma non rispondiamo più a loro"

Giulio Bucchi
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La scissione delle sardine ora è ufficiale: la fazione romana guidata da Stephen Ogongo se ne va. Costa caro a Mattia Santori e agli altri 3 fondatori bolognesi la foto con Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Quel "peccato di ingenuità", così l'hanno definito i capostipiti delle piazze anti-Salvini, è giudicato molto più severamente da Ogongo, organizzatore del movimento nella Capitale.   Leggi anche: "Baccalà, gli baci il c***? Ti aspettiamo a Genova". Le sardine insultano, Santori travolto "L'incontro che i fondatori delle sardine hanno avuto con Benetton è stato sbagliato, inopportuno. Un errore politico ingiustificabile, ma solo l'ultimo degli errori che Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa hanno commesso nelle ultime settimane", spiega Ogongo. "Da questo momento le sardine di Roma non fanno più riferimento ai 4 fondatori di Bologna né alla struttura che stanno creando". "Le sardine di Roma ripartono da quei valori che hanno fatto della manifestazione di Piazza San Giovanni la più grande e la più partecipata delle sardine: uguaglianza, libertà, giustizia sociale. Affiancarsi agli squali, o diventare come loro, non ci rafforza ma ci indebolisce, ci rende prede inconsapevoli". Il riferimento è al ruolo economico e sociale della famiglia Benetton, azionista di Atlantia che controlla Autostrade per l'Italia, "tuttora compromessa - accusa Ogongo - con il tragico crollo del Ponte Morandi. Chi lotta per la giustizia sociale e per un nuovo modo di fare politica non può dimenticare il grido di dolore delle famiglie delle vittime di Genova". Ecco perché quella foto, a suo giudizio, "ha minato gravemente l'integrità e la credibilità del movimento". Non solo: "Ciò che rende tutto sospetto è la tempistica di questo incontro, che avviene proprio nel momento in cui si è riaperta la trattativa per la concessione di Autostrade per l'Italia. Se non ci fosse niente da nascondere, perché non hanno reso pubblica la loro visita a Fabrica prima? Perché non hanno pubblicato loro stessi la foto dopo l'evento?". 

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