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Giancarlo Giorgetti, il retroscena dalla cena. Brambilla a Tagadà: "Cosa pensa di Salvini, Bossi e citofoni"

Giulio Bucchi
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Gli sfoghi privati di Giancarlo Giorgetti, spiattellati in tv da Gianluca Brambilla. L'imprenditore milanese ha incontrato con una delegazione di colleghi del Nord il numero due della Lega e si è parlato di tutto, da tasse e fisco a politica pura. "Giorgetti - ha spiegato Brambilla in collegamento con Tiziana Panella a Tagadà, su La7 - mi ha detto che i citofoni non lo entusiasmano (il riferimento è alla mossa elettorale di Matteo Salvini al Pilastro di Bologna, con la citofonata alla casa di un 17enne tunisino accusato da una vicina di essere uno spacciatore, ndr), ma che con quelli del Movimento 5 Stelle non era possibile andare avanti al governo".  Leggi anche: Il declino della Lega e Salvini nei sondaggi? Tutte balle: ecco le cifre della super-media Giorgetti e Salvini d'accordo sulla rottura, dunque, ma in velato disaccordo sulla linea politica tenuta in tempo di elezioni. E che l'aria nella lega sia frizzante lo ha testimoniato anche la molto chiacchierata intervista di Umberto Bossi a Gad Lerner su Repubblica, in cui il Senatùr contestava al suo erede la scelta di abbandonare il Nord per creare una "Lega nazionale" destinata, a suo dire, al fallimento. I rapporti tra Bossi e Salvini non sono, come evidente, idilliaci e questa scudisciata non ha aiutato a riavvicinarli. "Giorgetti - ha rivelato sempre Brambilla - vorrebbe che Salvini andasse a trovare Bossi". Difficile, per il momento.  All'incontro con gli imprenditori, però, si è parlato anche di politiche fiscali. "Noi ci vogliamo intestare la battaglia che è stata eliminata di fatto la flat tax per le partite Iva e questa è una porcheria. Molti hanno aperto la partita Iva nella speranza di fare altro che 100mila euro. Abbiamo ucciso il bambino nella culla".

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