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Matteo Renzi, imbarazzo per un tweet del 2012: "Se vinciamo noi, stop al potere di veto ai partitini"

Davide Locano
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Bisogna riavvolgere il nastro fino al lontanissimo novembre 17 novembre 2012. Matteo Renzi non era ancora premier e nemmeno segretario del Pd: stava cimentandosi nella scalata, poi riuscita, ai vertici del Nazareno. E in quei giorni, l'allora sindaco di Firenze, teneva la Leopolda, la sua kermesse che era arrivata alla terza edizione. L'obiettivo dichiarato era la leadership dei democrat. E quel giorno, a dimostrarlo un tweet che ancora si trova sul suo profilo, Renzi affermava: "Se vinciamo noi non ci sarà più spazio per il potere di veto dei partitini". Parole che, alla luce di quanto sta accadendo oggi, per Renzi sono un clamoroso boomerang. Già, perché oggi è lui a capo di un "partitino" che sta ponendo veti al governo che, teoricamente, sostiene (dalla prescrizione in giù). Insomma, Renzi è diventato proprio quello che voleva combattere. Un contrappasso doloroso (per lui). Leggi anche: "Drogato di potere, rischia l'overdose": Sallusti affonda Renzi

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