Letta: "Se Renzi vuole il mio posto lo dica"
"Le dimissioni non si danno per manovre di partito". Enrico Letta parla in conferenza stampa dopo il faccia a faccia di questa mattina con Matteo Renzi e ribadisce la sua volontà di restare in sella a palazzo Chigi. Insomma il premier per il momento dice no all'ipotesi di staffetta con Matteo Renzi. Letta presenta il suo nuovo patto di coalizione "Impegno Italia" e lo propone ai suoi alleati della maggioranza. "Voglio presentare Impegno Italia, il patto di coalizione insieme alla maggioranza che ha sostenuto il mio governo e che voglio ringraziare.Perchè sono rispettoso delle regole e degli impegni presi, il Pd ha chiesto che ci fosse prima l'impegno sulla legge elettorale. Io sono un uomo del Pd". L'auspicio espresso dal premier è che "il patto ci veda tutti impegnati in modo sintonico senza perdere tempo. Se perdita di tempo c'è stata non è colpa mia", dice il premier. Non mollo - Letta non fissa scadenze per il suo lavoro: "Non metto una data a Impegno Italia, questa legislatura deve farci uscire dall'emergenza. La durata di Impegno Italia per me è legata al compimento delle riforme, cioè della legge elettorale, del Senato, del titolo V della Costituzione. Terminato questo processo ritengo che il lavoro possa essere legato a questo". Messaggio per Renzi - Poi una bordata a Renzi: "Ieri mi hanno chiesto se mi dimettevo: le dimissioni non si danno per dicerie o manovre del palazzo, per un retroscena. Il rispetto delle istituzioni merita chiarezza. Chi vuole venire qui al posto mio deve dire cosa vuole fare". Come un monaco - E facendo riferimento alle parole con cui nei giorni scorsi Matteo Renzi aveva lanciato l'hashtag #enricostaisereno, ha spiegato che se fosse per lui ora "l'hashtag sarebbe #iosonoserenoanzizen". Non solo: "Dopo questa esperienza - ha chiosato - potrei perfino insegnare pratiche zen in qualunque monastero". Il premier fa anche un bilancio della sua attività di governo: "Abbiamo preso il timone di questo Paese quando c'era il segno meno, oggi il Paese ha il segno più. E' una crescita piccola, ma significativa. Il debito scende, il deficit è sotto il 3%. Ora crescita e lotta alla disoccupazione", afferma il presidente del Consiglio. Basterà il nuovo "patto" per salvare la poltrona di palazzo Chigi?