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Renzi, patrimoniale per guadagnare tempo con la Ue

Renzi e Berlusconi

Ignazio Stagno
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Sui giornali sbandiera  una rivoluzione fiscale: via l'Irap, tagli all'Irpef e interventi sulle detrazioni. Quello del premier incaricato, Matteo Renzi, potrebbe essere un programma fiscale di ispirazione liberista. Le carte buttate sul tavolo dal segretario del Partito democratico fanno intravedere una strategia anti tasse. In mano al sindaco di Firenze, tuttavia, resta il jolly della patrimoniale. Una stangata sui risparmi, gli investimenti e gli asset immobiliari degli italiani che il futuro inquilino di palazzo Chigi potrebbe varare con un blitz. Un po' come fece l'ex presidente del consiglio, Giuliano Amato, nel luglio del 1992. Quello tributario è certamente il capitolo più delicato per il nuovo governo. Appena ricevuto l'incarico dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, Renzi ha detto che la riforma fiscale sarà affrontata a maggio. Cioè a ridosso con la scadenza della prima rata della Iuc, la nuova tassa sulla casa che incorpora la Tari e la Tasi. E, in vista del  versamento di giugno, non è da escludere un ulteriore giro di vite attraverso la riforma del catasto, ormai al traguardo in Parlamento. (...) Leggi l'approfondimento di Francesco De Dominicis su Libero in edicola oggi mercoledì 19 febbraio  

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