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Monza, lo sfregio della sinistra: "Troppo divisivo", no allo stadio intitolato a Berlusconi

Giorgio Valleris
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Aver portato il Monza nell’Olimpo del calcio italiano dopo una storia lunga 110 anni non conta. O perlomeno non è abbastanza, se il tuo nome e cognome è Silvio Berlusconi. Quando si parla di lui, la sinistra si chiude a riccio in un approccio ideologico che spesso impedisce un dibattito aperto. Procediamo con ordine. Nei mesi scorsi Martina Sassoli, consigliere del Gruppo Misto nel parlamentino monzese e consigliere regionale nelle file di “Lombardia Migliore” aveva presentato una mozione (firmata da tutti i colleghi di minoranza) per intitolare lo stadio Brianteo di Monza a Silvio Berlusconi. Una proposta avanzata il 12 giugno dell’anno passato, proprio nel giorno in cui il celebre imprenditore e politico era scomparso.

Ma oggi, dopo mesi, la giunta di sinistra frena su questa ipotesi. Pochi giorni fa il vice sindaco Egidio Longoni, nel corso della trasmissione televisiva “Monza, una città da Serie A”, sull’ipotesi di intitolare lo stadio, ha detto: «Non abbiamo ancora affrontato il tema, ma è iscritta una mozione: il punto sarà riflettere su eventuali steccati ideologici. Un conto è Silvio Berlusconi imprenditore che ha investito sulla squadra e sulla città. Un altro è il Berlusconi figura politica, divisiva nella storia. Il mio non è un giudizio, se parlo di lui rispetto a quello che ha fatto per la città, non posso che ringraziarlo su quanto realizzato per il Monza, per lo stadio e per il Monzello». Il copione è in tutto e per tutto simile a quello che abbiamo visto per l’intitolazione del Belvedere di Palazzo Lombardia, ma con una differenza sostanziale. In questo caso la politica non dovrebbe pesare dal momento che l’intitolazione dello stadio Brianteo sarebbe evidentemente da attribuirsi per i suoi meriti da presidente. Sotto la sua guida e quella di Adriano Galliani, il Monza è infatti stato protagonista di una cavalcata impressionante che ha portato la società dalla Serie C alla Serie A nel giro di soli quattro anni.

 

 

Era il 28 settembre 2018 quando la Fininvest acquistò il 100% della “Società Sportiva Monza 1912” restituendole lo storico nome di Associazione Calcio Monza. Dopo un primo anno di passaggio, la squadra dominò il campionato di Lega Pro 2019/20, conquistando la promozione in Serie B dopo 19 anni dall’ultima apparizione nella serie cadetta. Poi, nella stagione 2022/23, per la prima volta, il Monza ha giocato il campionato di Serie A dove, tra l’altro, milita ormai stabilmente con ottimi risultati (oggi è a ridosso delle prime dieci posizioni). La mozione, presentata quasi un anno fa, dovrebbe essere discussa la prossima settimana, anche perché uno slittamento a ridosso del primo anniversario dalla scomparsa, quando l’onda emotiva sarà ancora intensa, non conviene certo alla giunta. «La mozione riguarda esclusivamente i meriti sportivi di Silvio Berlusconi (e Adriano Galliani) per la nostra città che sono incancellabili e ormai storicizzati. Non so come andrà a finire, ma di certo un voto contrario sarebbe un inequivocabile segnale politico di una scelta puramente ideologica. Anche perché basterebbe una astensione da parte del Pd per l’approvazione finale. Credo che più ancora del Milan, sia il Monza che debba omaggiare Berlusconi e, oltretutto, in un periodo in cui si parla di una possibile cessione del club, sarebbe un segnale doppiamente importante», dice Sassoli. Tra l’altro, intitolare stadi a grandi presidenti è una consuetudine piuttosto diffusa: dall’impianto di Bologna dedicato a Renato Dall’Ara a quello di Catania che porta il nome di Angelo Massimino, fino allo stadio di Palermo per Renzo Barbera. Una “tradizione” che unisce l’Italia del calcio ma che potrebbe fermarsi a Monza.

 

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