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Matteo Renzi, per l'incontro con Beppe Grillo aveva preparato tre copioni

Andrea Tempestini
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Il giro di consultazioni, Matteo Renzi, lo aveva preparato con cura. Era stato sezionato un incontro in particolare, quello con Beppe Grillo, perché tutti sapevano che non sarebbe stato un normale faccia a faccia (e così è stato: si è trasformato in una sorta di rissa interrotta bruscamente dopo appena 12 minuti, senza che nessun contenuto sia stato affrontato). Alla vigilia del duello il premier in pectore spiegava ai suoi: "Beppe è il numero uno quando c'è da fare un comizio...". E infatti molti dei fedelissimi di Matteo (tra cui il capo ufficio stampa Filippo Sensi, il portavoce Lorenzo Guerini e anche il fido Graziano Delrio) gli avevano sconsigliato la diretta streaming.  I tre "copioni" - Renzi, però, sapeva che i grillini - fedeli al loro personalissimo "dio della Rete" - avrebbero chiesto la diretta-web. Meglio attrezzarsi, dunque, ha pensato Matteo, fregandosene di chi gli suggeriva di evitare lo scontro. Così Matteo si è preparato. Nel dettaglio lo ha fatto scrivendo tre "copioni", di cui dà conto Repubblica. Scenario uno: Grillo all'attacco sui contenuti. In questo caso, Renzi, avrebbe dovuto replicare chiedendo ai grillini di mettersi in gioco. Frasi del tipo: "Perché, caro Beppe, non voti i nostri provvedimenti se li condividi?". Poi lo scenario due, quello che sin dal principio era considerato il meno probabile, in cui Matteo parla e introduce gli argomenti e Beppe replica, pur duro, ma senza che il faccia a faccia si concluda in modo traumatico. Scenario improbabile, appunto. La deviazione - Era stato poi preparato un terzo schema, quello le cui premesse si sono puntualmente verificate, e stando al quale il guitto ligure avrebbe impedito al premier in pectore di parlare. S'immaginava, dunque, che Grillo tenatasse di impedire ogni confronto. Secondo i piani, Renzi - in stile Enrico Letta al tempo delle sue, di consultazioni, in cui ne uscì da trionfatore - avrebbe dovuto incassare in silenzio, per poi contrattacare deciso, troncando alla prima occasione possibile il colloquio. Più o meno è andata così, con la differenza che però Matteo non ha incassato silente, e pur senza andare sopra le righe ha cercato di rispondere e intavolare un confronto civile prima di interrompere il volgare monologo del comico prestato alla politica. "Se avessi potuto..." - Insomma, non tutto è andato esattamente secondo i piani. Tanto che una volta terminato lo scontro, dopo essere uscito dal salone del Cavaliere, Renzi si è confrontato con i suoi, e ha spiegato: "Me l'aspettavo. Potevo chiuderla prima, forse...". Per quanto attesa, l'aggressività di Grillo è probabilmente andata oltre anche alle aspettative di Matteo, che così ha dovuto per forza di cose deviare dal copione. "Fossi stato il segretario del Pd - ha continuato con i suoi -, gli sarei saltato sul tavolo. Da presidente incaricto, però dovevo stare sereno. E ci sono riuscito", ha concluso.

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