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Luigi Bisignani, perché Matteo Salvini non fa ancora cadere il governo: l'incognita è Sergio Mattarella

di Gino Coala domenica 18 novembre 2018

2' di lettura

A guardare la pioggia di consensi che sta piovendo sulla testa di Matteo Salvini da settimane a questa parte, ci si potrebbe chiedere per quale motivo il leader della Lega non abbia già deciso di far saltare il banco e creare le condizioni per le elezioni anticipate. Luigi Bisignani sul Tempo spiega però che per il ministro dell'Interno il periodo in corso non è tutto rose e fiori. Con l'inverno sta arrivando una stagione politica nella quale è l'economia a condizionare gli umori e quindi le fluttuazioni nei sondaggi. E le cifre dell'economia italiana non sono proprio quelle che farebbero dormire sonni tranquilli a chi governa il Paese. Leggi anche: Bisignani affonda Conte: "Si è fatto fregare dalla Libia, roba da rimpiangere Prodi" Numeri alla mano, il governo deve fare i conti con la riduzione di esportazioni e importazioni, degli ordinativi e della produzione industriale. Senza tralasciare il documento riservato della Bce, circolato tra palazzo Chigi e ministero dell'Economia e delle Finanze, che ha messo in guardia come lo spread oltre i 500 punti per più di una settimana "rischia di mettere in enorme difficoltà anche le più solide banche italiane, compresa la corazzata Banca Intesa". E infine c'è la mannaia della procedura di infrazione della Commissione europea che pende sulla testa del governo, alle prese con quotidiane crisi isteriche ora sulla giustizia, ora sui termovalorizzatori. Le incognite per Salvini non sono poche, non solo dentro casa nel centrodestra, ma soprattutto con Sergio Mattarella. Nel governo è già pronto un possibile rimpasto, alla prossima gaffe sfornata dai soliti Danilo Toninelli e Giulia Grillo, ma secondo Bisignani rischia anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, sempre più esasperato a dove trattare con interlocutori improvvisati, che sia Giovanni Tria o che sia Elisabetta Trenta. Il dubbio resta se a Mattarella possa bastare un semplice rimpasto, se preferisca sciogliere le Camere o addirittura giocare la carta di una maggioranza M5s-Pd come tanti suoi fidati consiglieri gli suggeriscono. I rischi per Salvini di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano sono alti, le prossime mosse del leghista saranno decisive secondo Bisignani, anche perché potrebbe avere l'occasione di portare il centrodestra al 40%, facendo anche rientrare in Parlamento Silvio Berlusconi, almeno prima "che Forza Italia e il Cav non evaporino del tutto".

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