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Stadio della Roma, il sondaggio: crollano il M5s e Luigi Di Maio. La Lega non paga dazio

di Davide Locano domenica 24 giugno 2018

2' di lettura

Un bubbone. Anzi, una bomba in grado di sgretolare il M5s. Si parla dell'inchiesta sullo stadio della Roma e sulle conseguenze che potrebbe avere per i grillini, almeno secondo i sondaggisti. Il colpo, infatti, potrebbe essere molto forte ed erodere ulteriormente il consenso pentastellato, già in calo dopo il 4 marzo e in seguito ai primi giorni di governo. E per quanto l'inchiesta abbia lambito anche ambienti vicini alla Lega, secondo quanto riferito dai sondaggisti interpellati da Il Messaggero, per il Carroccio le conseguenze sarebbero sostanzialmente inesistenti.  Per Enzo Risso, direttore scientifico di Swg, "già da diverse settimane c'è un avvicinamento delle percentuali dei consensi tra Lega e M5s". E ancora: "Prima che scoppiasse l'inchiesta la Lega era salita al 27% mentre il M5s era sceso al 31%". In questa situazione, continua Risso, "grazie a un combinato disposto tra la lontananza della vicenda con l'elettorato leghista che lo percepisce come un signore messo in una posizione di rilievo dal M5s che è stato beccato a fare i suoi giri, insieme al fatto che la vicenda immigrazione si sta rivelando un grande driver per Salvini, che in questo momento copre tutto il resto". Leggi anche: Sondaggio, punito il centrodestra: perché gode solo Salvini Dunque Antonio Noto di Ipr Marketing, secondo il quale "la vicenda può destabilizzare l'elettorato M5s soprattutto per come sta venendo gestita la comunicazione, visto che fino ad ora, quando scoppiava qualsiasi caso negli altri partiti hanno sempre attaccato mentre ora sono totalmente assenti e questo è un segno di debolezza". Ma per Noto, anche la Lega "può essere in qualche modo danneggiata, ma molto meno, sia perché il suo consenso è ideologico e non di rabbia, sia perché il suo elettorato è anche abituato agli scandali". Infine le parole di Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè, "è che finora hanno sempre inneggiato alla trasparenza, accusando gli altri partiti di essere opachi mentre loro per qualsiasi carica hanno detto di seguire percorsi istituzionali e trasparenti. Ora gli elettori scoprono che un personaggio legato ai vertici nazionali del M5s è stato messo lì  senza seguire quella trasparenza sbandierata e lavorava fuori dai percorsi democratici. Tutto questo rischia di fargli pagare un prezzo molto alto, più di quello che pagherebbe un coinvolgimento della Lega", conclude.

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