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Vittorio Feltri a Silvio Berlusconi: "Non c'è da esultare dopo il voto in Sicilia, rischiamo un nuovo governo tecnico"

di Matteo Legnani domenica 12 novembre 2017

2' di lettura

Ammetto: le elezioni siciliane suscitano in me lo stesso interesse del comportamento sessuale degli scarafaggi, zero. Dicono che abbia vinto il centrodestra. Bene. Meglio della sinistra che rischia di andare in malora, con le sue beghe e la sua ostinazione nell' approvare leggi contrarie alla volontà dei cittadini. D' altronde è noto: i progressisti dicono di amare il popolo, però detestano la popolazione, la schifano, la considerano rozza, ignorante, buzzurra. Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: il governo dell' Isola, qualsiasi colore abbia, non combina mai niente. Tira a campare. Paga i forestali. Crea buchi spaventosi nei bilanci, non è in grado di sistemare alcunché. Tanto è vero che da oltre mezzo secolo si registra ogni anno a Palermo un fallimento. Gli amministratori bruciano soldi in quantità e la gente seguita a campare malamente. Il potere regionale serve soltanto a distribuire favori a questo e a quello, foss' anche mafioso. Oggi il centrodestra esulta poiché è arrivato primo. Ma non avrà una maggioranza. La troverà dopo estenuanti trattative. I voti costano. Se li compri li devi pagare in natura: poltrone e poltroncine. Coloro che affiancheranno Musumeci, il governatore, saranno in qualche modo ricompensati. Non oso pensare come e con che cosa. La politica ha nauseato: lo si deduce sia dalla scarsa affluenza alle urne, sotto il 50 per cento, sia dal numero di suffragi raccattati dal Movimento 5 stelle, considerato l' ultima spiaggia della protesta. Dei grillini piace la tendenza a mandare tutti affanculo. Quando gli elettori capiranno che anche i pentastellati sono stolti quanto i concorrenti tradizionali, eviteranno con cura di sceglierli. Per adesso sono disposti a "provarli". Li provano per disperazione, non per convinzione. Berlusconiani e soci d' altro canto si illudono che la performance siciliana sia l' anteprima del trionfo nazionale. Non sarà così. Spiego. Può darsi che il centrodestra superi il Pd e che i fenomeni di Di Maio risultino il primo partito pure in Italia, ma alla fine della fiera nessuna forza avrà la maggioranza, quindi non avrà l' opportunità di guidare il Paese. Si renderanno indispensabili delle coalizioni ossia degli sposalizi tra partiti, altrimenti si ricorrerà al solito esecutivo tecnico alla camomilla, tipo quello di Monti che ha distrutto un sistema ormai sfiatato. Oggi lasciamo esultare Silvio e i suoi alleati. Ci uniamo ai canti di gloria per simpatia umana. Però avvertiamo che la penisola non è un aranceto e non sarà semplice per alcuno conquistarla e governarla. Non vi è anima che si fidi dei soliti leader. Chi è scocciato si aggrega a Grillo non perché questi sia una soluzione, bensì perché interpreta i pernacchi che la massa desidera indirizzare alla cosiddetta classe dirigente, incapace di comprendere le esigenze che sorgono dalla base. Ciò che è avvenuto in Sicilia è significativo per una sola ragione: gli scassati grillini avanzano come topi sul formaggio. Se lo mangeranno tutto. E non importa se Di Maio rifiuta il confronto televisivo con Renzi. Perfino la tv ha rotto le scatole. di Vittorio Feltri

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