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Legge elettorale, modello tedesco con sbarramento al 5%: chi resterebbe fuori

di Matteo Legnani domenica 7 maggio 2017

2' di lettura

Ci sono civatiani ed ex grillini, che alla Camera hanno creato un gruppo unico alla Camera. C'è Sinistra italiana, il partito il cui alfiere è Stefano Fassina ("Chi?"). Ci sono gli Udc di Cesa, ma anche Alternativa popolare (Ap-ex Ncd) e i Democratici e progressisti nati dall'ultima scissione del Pd. Sono solo alcuni (i più noti) tra i partiti e i relativi rappresentanti politici che resterebbero fuori dal Parlamento nella prossima legislatura se alle politiche si andasse a votare con la legge che Matteo Renzi, fresco fresco di riconferma alla segreteria del Pd, ha buttato sul tavolo e alla quale Forza Italia guarda con tutto tranne che disdegno: il cosiddetto "modello tedesco", ossia un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%, ovvero abbastanza alta. Come riporta il quotidiano "Il Tempo", prendendo come modello l'ultima rilevazione disponibile sul sito del governo, quella realizzata da Emg per La7, se si votasse oggi solo quattro partiti, con quella legge elettorale "alla tedesca", sarebbero sicuri di entrare in Parlamento: Pd, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega. Tutti gli altri, compresi i Fratelli d'Italia della Meloni che nei sondaggi da mesi ormai "flirtano" proprio col 5%, resterebbero fuori. Tradotto in numeri, se si considera l'attuale popolazione di Camera e Senato fatta di 945 onorevoli, ben 321 non rientrerebbero dalle porte di Montecitorio o di Palazzo Madama all'inizio della prossima legislatura (190 alla Camera e 131 al Senato). Tra questi, i "big" eliminati comprenderebbero Raffaele Fitto (leader di Direzione Italia), Gaetano Quagliariello di "Idea" e Stefano Parisi di "Energie per l'Italia". Una "strage" quella che si compirebbe al centro, dove resterebbero senza poltrona nomi del calibro di Angelino Alfano e Maurizio Lupi, oltre a tutta la galassia dei gruppi misti da "Ala" ai "Gal". Ma conseguenze ancora più importanti si avrebbero su tutto ciò che sta a sinistra del Pd: da quelli di Stefano Fassina a Pierluigi Bersani e Roberto Speranza. Come già fece il suo precursore Walter Veltroni con le sinistre radicali dei vari Ferrero e Bertinotti, il leader Pd si libererebbe in un sol colpo di tutta la galassia degli scissionisti.

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