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Forza Italia, la radiografia impietosa del Foglio: i "gelosi di Verdini", i "cazzetti" della Santanché, gli "annoiati" Brunetta e Gasparri

di Giulio Bucchi domenica 16 novembre 2014

2' di lettura

"Brava gente stordita dai fatti, senza una linea, ricca di ambizioni, talora sbagliate e un po' piccine". Se c'era modo elegante e crudele per demolire Forza Italia, Giuliano Ferrara e il Foglio lo hanno trovato. Il ritratto firmato da Salvatore Merlo degli "anti-nazareni", i ribelli che agitano le notti di Silvio Berlusconi, è impietoso. Un colloquio con Fabrizio Cicchitto da una parte e il politologo della Luiss Giovanni Orsina dall'altra, due che di centrodestra se ne intendono. Al centro non c'è solo Raffaele Fitto, il capofila dei frondisti azzurri, anzi: l'analisi è più sulla compagine "disarticolata, puntiforme, a geometria variabile" che si riunisce intorno a lui, in un incrocio di piccoli rancori e vendette incrociate che trovano un punto comune, strumentale, nella lotta (momentanea, forse superficiale, sicuramente strategica) all'accordo con Matteo Renzi sulla legge elettorale. Fitto e il partito "scalabile" - Di tutti quelli, "solo Fitto ha un progetto più o meno politico", spiega Cicchitto. Concorda Orsina: "Il personale politico di Forza Italia è ontologicamente incapace di fare politica, perché fare politica presuppone autonomia e quella non c'è e non c'è mai stata". Solo Fitto può sventolare un argomento incontestabile, trecentomila preferenze alle ultime elezioni europee". Il suo obiettivo è rendere il partito "scalabile" e la battaglia sull'Italicum serve proprio a costringere Berlusconi a fargli alcune concessioni, per esempio la "ristrutturazione del partito". Tutti gli altri, però, sottolinea il Foglio, non hanno prospettive politiche ma solo personali. Quelle che Daniela Santanché, con perfida sintesi, definisce "cazzetti". I "gelosi di Verdini" - Più che di "ribelli", bisognerebbe parlare di aspiranti colonnelli. Perché nella lista ci finiscono tutti, ma proprio tutti i papaveri di Forza Italia, "mossi dalla gelosia per Verdini e per Renzi, e un po' dalla noia, ma tutti in ordine sparso". Ecco il partito diviso in gironi, secondo il Foglio: i gelosi di Verdini sarebbero Giovanni Toti, Paolo Romani, Marcello Fiori, Deborah Bergamini. Vorrebbero essere loro a trattare con Renzi e soffrono l'intraprendenza del fiorentino Denis. Brunetta "l'annoiato" - Poi ci sono gli "annoiati". Uno sarebbe Renato Brunetta, "se non gli lanci un osso finisce che se lo trova lui qualcosa da spolpare". In questo caso Renzi, perché il premier "non lo vuole vedere nei corridoi del Nazareno". Poi ci sarebbero anche Augusto Minzolini ("Era un direttorissimo, ora è un senatore qualunque") e Maurizio Gasparri (ex capogruppo Pdl, "oggi meno impegnato di prima"). Tra di loro, concordano Orsina e Cicchitto, "non ci sono solidarietà" ma invidie reciproche e manca un progetto. E in questo quadro, in cui Berlusconi continua a giganteggiare, "è fatale che la fronda si spenga".

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