"Alessandra Moretti ferma al 22 per cento? Il dato Veneto è eclatante", sbotta Massimo Cacciari a Otto e mezzo su La7 dove massacra Matteo Renzi: "Mettendo insieme Lista Zaia, Lega e Tosi, che è una costola della Lega, arrivi a superare il 60 per cento dei voti. Mentre il Pd va ai minimi storici del Partito comunista italiano degli Anni 50 è la ripresentazione in chiave drammatica della questione settentrionale ovvero l'assenza di ogni radicamento sociale della sinistra nelle regioni chiave dello sviluppo economico del Paese, insomma il complesso lombardo veneto". Poi la bordata: "Se Renzi pensa che il problema sia il rapporto tra la sua mente e il popolo non si risolverà mai la crisi. Non può paracadutare le persone che piacciono a lui perché è drammatico per il Pd e per la democrazia". Le vittorie di Vincenzo De Luca in Campania e di Michele Emiliano in Puglia non sono una vittoria del presidente del Consiglio: "Loro vincono per i fatti loro". Renzi, avverte Cacciari, "non arriverà mai più al 40 per cento da solo. Quindi non credo che sia lontano dal trovare un accordo con i 5 stelle. Con questi risultati dove deve guardare? Per forza nell'aerea pentastellata". Il caso Veneto è emblematico anche per il centrodestra: "Zaia prende più della Lega. A Venezia Forza Italia scompare sotto il 4 per cento", commenta Cacciari, quindi se la destra "vuole correre con Salvini vincerà sempre Renzi. Se mettono insieme il Carroccio e quello che resta di Forza Italia non andranno da nessuna parte".