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Pd, D'Alema: "Non sono io il killer di Prodi"

di Giulio Bucchi domenica 28 aprile 2013

D'Alema e Prodi

2' di lettura

  Il delitto perfetto. Dopo Matteo Renzi, anche Massimo D'Alema si scrolla dalle spalle la responsabilità di aver fatto fuori Romano Prodi in Parlamento. A dirlo è lo stesso Baffino, in un'intervista a Piazzapulita in onda questa sera, alle 21.10, su La7. La colpa, spiega l'ex premier, è semmai "di chi lo ha candidato in modo francamente assurdo". Qualcuno, subito dopo il voto in Aula che ha stroncato, con 101 franchi tiratori democratici, le speranze del Professore di salire al Quirinale, aveva tirato in ballo proprio gli uomini di D'Alema. "E' una vergogna, una vergogna autentica - risponde secco il leader occulto della sinistra -, chi dice questo è un calunniatore, io lo denuncerò". Qualcuno però, come Claudio Cerasa del Foglio, aggiunge un particolare non da poco: nella notte tra giovedì e venerdì (dopo il siluramento di poche ore prima di Franco Marini), proprio l'ex ministro degli Esteri del secondo governo Prodi pensò di autocandidarsi alle "Quirinarie democratiche". Eppure, la mattina dopo, il segretario Pierluigi Bersani si presentò ai grandi elettori dem del Teatro Capranica con il nome di Prodi in tasca. E D'Alema non l'avrebbe presa bene. "Scissione? Non ne ho idea" - "Quale regia, di che cosa? Non ho potuto impedire che quindici persone mi votassero. Dietro la sconfitta di Prodi c'è la regia di chi lo ha candidato in un modo francamente assurdo, perché non si può tirare fuori in questo modo la candidatura di Prodi senza una preparazione, senza un'alleanza. Si cercano capri espiatori, per errori politici che sono stati compiuti, in persone che non c'entrano nulla". Al Teatro Capranica, quando Bersani ha proposto il nome di Prodi, i grandi elettori democratici accolsero la scelta con una standing ovation. Calore di facciata, visto quello che è successo poi a Montecitorio. Il problema, secondo D'Alema, è stato però il criterio stesso di scelta del candidato. Marini era l'uomo dell'intesa col Pdl, Prodi era uno schiaffo al centrodestra e una mano tesa al Movimento 5 Stelle senza però troppa convinzione, visto che i grillini procedevano decisi con Rodotà. E i democratici l'hanno presa male. Altro che complotti... "Io, come vede, vado a spasso con il cane, non organizzo complotti, non faccio parte di nessun organismo - aggiunge l'ex segretario -. Scissione nel Pd? Non credo ma non ne ho idea. Guardi, io non faccio parte né dei parlamentari del Pd né degli organismi dirigenti del Pd, non vedo perché lei si rivolga a me". La risposta alla domanda di D'Alema è molto semplice: qualsiasi cosa accada a sinistra, è spesso impossibile non vederci la sua mano e la sua mente.  

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