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Kyenge: "Scuole di immigrazione nei Paesi d'origine"

Il ministro vuole dei corsi, nei paesi d'origine, che spieghino come funziona l'Italia. Poi attacca: "I clandestini sono meglio degli evasori fiscali"
di Michele Chicco giovedì 31 ottobre 2013

Cécile Kyenge

2' di lettura

"Scuole di immigrazione" per arrivare preparati in Italia. L'idea la lancia il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge: sarebbe questa la scelta giusta per accogliere al meglio gli immigrati che sbarcano sulle coste dell'Italia. Arriverebbero pronti e in grado di incominciare fin da subito a lavorare e produrre nel Belpaese. Altro che Bossi-Fini o altre misure per contrastare l'immigrazione clandestina: la Kyenge vuole che "nei paesi di provenienza" i futuri migranti possano seguire dei corsi per prepararli allo sbarco.  Le scuole - Il compito di queste scuole sarebbe quello di spiegare il sistema-Italia, come si vive da noi e soprattutto come si può sopravvivere fino a quando non si ha il permesso di soggiorno. La Kyenge, insomma, vuole che l'integrazione sia a tutto tondo e vuole che si parta presto: prima ancora che i diretti interessati decidano, davvero, di imbarcarsi per l'Italia. Più che scuole di "immigrazione" la ministra Cecile sembra quasi incentivare gli sbarchi, raccontando a cittadini stranieri quanto possa essere semplice realizzare i propri sogni nell'Italia piagata dalla crisi.  Nemici - Intervenuta al convegno organizzato dall'ambasciata britannica a Roma dedicato a "Cittadinanza e integrazione: esperienze a confronto", il ministro ha poi detto anche che il vero nemico non è l'immigrato ma l'evasore. "Il nostro nemico - ha detto - è chi non rispetta i diritti delle persone, chi non rispetta le regole e questo non c'entra nulla con il colore e l'etnia delle persone". Italiani peggio degli immigrati? Quasi: "Bisogna spiegare alla gente - prosegue il ministro - che chi 'ruba' un posto all'asilo non è l'immigrato che paga le tasse ma l'evasore". Con buona pace di quell'eventuale "evasione di sopravvivenza" di cui ha ammesso l'esistenza anche Attilo Befera, il direttore dell'Agenzia delle Entrate.    

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