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Dalla toga alla poltrona. Giudici per un giorno deputati per sempre

di Ignazio Stagno domenica 23 dicembre 2012

Antonio Ingroia

2' di lettura

Per fare politica in Italia le strade sono poche. La prima è cominciare a partecipare a movimenti studenteschi fra le aule universitarie, mettersi su le stellette di qualche occupazione (se la metti a segno negli anni Settanta è meglio), e poi prendere la tessera di un partito. Se di sinistra è meglio. Poi c'è la strada della partecipazione politica con tesseramento magari sfruttando una professione che ti metta in contatto con molti probabili elettori. In Sicilia ad esempio se sei medico di base la strada verso le poltrone è praticamente spianata. C'è una terza via che sempre più prende piede. Fai il magistrato. Se puoi occupati di qualche inchiesta che abbia come bersaglio un soggetto politico. Non ti impegnare troppo. Va bene anche un'archiviazione. Poi togli la toga e punta al Palazzo. Ora chi diceva che la "magistratura in Italia è politicizzata", forse un pò di ragione l'aveva. Ma poco importa. Quello che interessa a sinistra è registrare questo movimento arancione con attacco a tre punte: De Magistris sulla fascia, Di Pietro in regia e al centro il nuovo bomber Antonio Ingroia. Se non è un partito dei giudici. Loro "ci stanno". Dalla toga alla poltrona - Ma lasciando stare il diritto legittimo di chiunque a candidarsi al parlamento o a qualunque carica istituzionale, va analizzato il fenomeno. In parlamento fra camera e senato i togati con la poltrona non sono pochi. Insomma fare il passo dal tribunale a palazzo madama o a montecitorio non è poi così difficile, anzi è molto più semplice di qualunque altra cosa. Al senato abbiamo Caliendo, Centaro, Giuliano, e Nitto Palma nel Pdl. Poi a seguire abbiamo D'Ambrosio, Della Monica, Finocchiaro e Maritati nel pd. Alla camera la storia non cambia e siedono sulla poltrona Ferranti, Tenaglia, Lo Moro nel Pd, Papa nel Pdl e Di Pietro e Palomba nell'Idv. Non scordiamoci nemmeno Emiliano a Bari e Luciano Violante.  Insomma squadre di ex togati che con un passaggio in tribunale hanno maturato i crediti per unabella candidatura al parlamento. Ora a sinistra hanno chiuso il cerchio con Ingroia. Uno che ieri intercettava Napolitano e oggi si prepara ad entrare in parlamento. Storie italiane. Storie di poteri. Ma nessuno si azzardi che i "poteri" dello Stato siano in conflitto fra loro. Questo offende quel perbenismo che pervade una certa parte politica del paese. Se qualcuno prova a segnalare il problema ecco che viene irriso e preso per pazzo. Ma anche questo fa parte della storia italiana.

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