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Lavori pubblici nei Palazzi La Casta mette il segreto di Stato

Grazie a una norma sulla "sicurezza", vengono nascosti i costi degli appalti e il nome delle aziende che se li sono aggiudicati
di Eliana Giusto domenica 23 dicembre 2012

2' di lettura

Tra tutti i privilegi e gli sprechi della casta c'è anche la possibilità di eseguire ristrutturazioni e riqualificazioni senza indire gare e tenendo "secretato" l'appalto. In pratica, scrive il Fatto quotidiano, grazie a una norma sulla secretazione della normativa sugli appalti pubblici (d.lgs. 163/2006), qualsiasi burocrate di una certa importanza può affidare personalmente un maxi-appalto a imprese di sua fiducia evitando la gara e tenendo riservati importi, condizioni e nome dell'azienda beneficiaria. Qualche esempio - Dal 2006 a oggi, con questo sistema, sono stati spesi circa 200-250milioni di euro l'anno e - fra le altre cose - sono stati rifatti: l'aula bunker di Poggioreale, l'aula dei gruppi parlamentari della Camera, la biblioteca di Palazzo Chigi, la sala benessere e i bagni per le scorte del Viminale, il bar e la sala ristoro per gli autisti del governo. Prendiamo come esempio la nuova aula alla Camera. Nella cerimonia di riapertura, nel giugno scorso, il presidente Gianfranco Fini  disse che questa struttura avrebbe favorito "una maggiore apertura delle istituzioni ai cittadini accrescendo la trasparenza e le visibilità dell’attività parlamentare”. Peccato che una parte dei lavori per un importo di 1,3 milioni su 14 fosse stato secretato. Chi avesse vinto l'appalto e con quali condizioni non si saprà mai.  Un sospetto - La Corte dei Conti ha rilevato che con questo sistema si ha "un'anomala lievitazione dei costi" che "inducono a considerazioni negative in ordine alla corretta individuazione dei fattori di costo”. Impossibile credere che questa norma abbia a che fare soltanto con la "sicurezza dello Stato".  

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