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Matteo Salvini e la Lega "si prendono" la Sicilia: l'ingresso in Giunta che cambia il quadro

martedì 19 maggio 2020

3' di lettura

Siciliano di provato lignaggio, studioso dei Veda e di sufismo, già militante del Msi, quasi parlamentare dei 5 Stelle. Da due giorni assessore regionale della Lega ai Beni Culturali e all'identità siciliana: il primo storico ingresso del Carroccio nella giunta della Regione Sicilia, con tanto di benedizione di Matteo Salvini e del reggente in trinacria Stefano Candiani. 

Se esiste una traccia "federiciana" e sintetica riscontrabile in politica, Alberto Samonà la incarna appieno. A lui - classe '72, giornalista (anche sulle colonne di Libero), scrittore e uomo di teatro - tocca adesso l'arduo compito di sostituire una figura importante come Sebastiano Tusa, il celebre archeologo scomparso in un terribile incidente aereo durante una missione in Etiopia, e di rappresentare allo stesso tempo la prova del nove per la newco della Lega nazionale nell'isola maggiore: quella sul fronte della cultura. «Lega, cultura e Sicilia? Non si tratta di certo di un ossimoro - spiega al nostro giornale -. Anzi, la Lega vuole dimostrare ai siciliani che il buongoverno, a partire dalla tutela dell'identità, è possibile nonostante decenni di governi - esclusa quest' esperienza targata Musumeci nella quale Tusa è stato un grande riferimento - dove i beni culturali sono stati maltrattati, altro che valorizzati e messi a sistema». 

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LE PROTESTE
La vigilia della sua nomina, vincitrice su una rosa di nomi e salutata con soddisfazione anche dal governatore Nello Musumeci, è stata oggetto della protesta delle sardine siciliane: "scandalizzate" dall'idea di un salviniano alla Cultura, considerato alla stregua di un abuso all'identità isolana. Un'obiezione che fa sorridere il neoassessore. «Siamo sempre lì - ribatte Samonà -: le sardine e il loro pregiudizio sulla superiorità culturale della sinistra e poi sono quelli secondo cui Moro è stato ucciso dalla mafia. La democrazia è un'altra cosa: bisogna permettere a chi governa di dimostrare sul campo se vale o no». 

A proposito di campo, in Sicilia l'agibilità del Carroccio non è figlia di una scelta estemporanea, dato che le responsabilità sono cresciute proporzionalmente ai numeri: dagli esperimenti di Noi con Salvini, con i primi amministratori pionieri, si è arrivati al 20% delle Europee. «In quel risultato c'è un pezzo importante e trasversale della società siciliana: altro che corpo estraneo. Poi ognuno declina la propria equazione: per ciò che mi riguarda il valore aggiunto è dato dal patrimonio tutt' altro che statico della Sicilia: dalla cultura greca a quella bizantina, dall'architettura arabo-normanna al barocco, dai borghi medievali al liberty fino al fondamentale turismo religioso». Che tutto ciò in questa terza Repubblica possa toccare alla Lega anche nel profondo Meridione solo a un'analisi superficiale può sembrare una "notizia". «Basti pensare alla Sardegna, dove governiamo con il Partito Sardo d'Azione o in Calabria, dove il vicepresidente è un leghista...». 

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SBOCCO NATURALE
Per Samonà, insomma, si tratta di uno sbocco del tutto naturale: «La Lega è il movimento che più difende le tradizioni dall'attacco del pensiero liquido». Lo è, sostiene ancora, a maggior ragione per un identitario di destra. Qui non è certo l'unico, dato che la cantera post-missina, tutta legata all'esperienza del Fronte della Gioventù, anche in Sicilia è nutrita: dall'assessore catanese Fabio Cantarella, al commissario palermitano Antonio Triolo, passando per Igor Gelarda e Bartolo Giglio. La spiegazione è in pieno stile rautiano: «Se ci siamo ritrovati nella Lega significa che le nostre "sintesi" di trent' anni fa erano corrette...». A proposito di percorsi, resta la parentesi tra i 5 Stelle. Samonà, dopo la buona affermazione alle "parlamentarie" grilline, era in procinto di diventare senatore. 

Poi al tavolo dell'allora leader Di Maio arrivarono alcuni suoi articoli a sostegno di Musumeci. E il diritto conquistato con il consenso, magicamente, saltò. Acqua passata: «Come tantissimi italiani ai tempi ho creduto nella novità dei 5 Stelle. Poi mi sono accorto che non era così. Nessun problema: una meteora nel mio percorso...». Itinerario che, dopo l'ingresso in Lega, lo porta oggi alla sfida più complessa della sua vita: per lui personaggio eclettico, esponente di una "destra divina" affascinata dalla mistica e dall'estetica, difendere così la sua Sicilia è solo un ennesimo "stadio". «I prevenuti pensano a un assessore della Lega come a un rozzo ignorante. Dimostreremo invece che si tratta di uomini che cercano di far funzionare le cose nell'interesse di tutti. Sempre nel nome della nostra pluri-millenaria identità» riproduzione riservata.

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