Il leader ombra del Pd Stefano Bonaccini richiama subito all'ordine Nicola Zingaretti. Il segretario del Pd, sulla carta il capo (sempre più traballante) del partito ha invocato un'alleanza strategica con il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali, ma il governatore dell'Emilia Romagna, uscito come trionfatore "in solitaria" sia dalle regionali vinte a gennaio sia dalla gestione dell'emergenza coronavirus, mette in chiaro un aspetto: "Quando dico che serve un Pd perno di un campo di forze aperto alle energie del civismo penso a un partito che si mette a disposizione ma che non è mai subalterno a nessuno. Una coalizione che governa il Paese ha il dovere di provare a costruire un rapporto nei territori. Io ci provai in Emilia Romagna, ma quando i 5 stelle mi dissero di no mi rivolsi ai loro elettori. Ed in parecchi mi hanno persino votato".
Stefano Bonaccini premia il capo dell'Ausl di Piacenza: "Meriti e competenze". Travolto: "Carneficina coronavirus, se c'erano Gallera e Fontana..."
La differenza tra Lombardia ed Emilia Romagna? Tutta nella vicenda di Luca Baldino. Il direttore dell'Azienda Usl di...Una dichiarazione d'intenti, come quando a domanda diretta sulle aspirazioni da leader risponde così: "Sono già presidente dell'Emilia Romagna, guido la conferenza delle regioni e il consiglio dei Comuni e delle Regioni in Ue. Ogni giorno mi chiedo se sto facendo al meglio quello che già sono chiamato a fare. Il Pd un segretario ce l'ha ed è Nicola. Io sono disponibile a dare il mio contributo in questa fase difficile, come tanti altri". Resta, per Bonaccini, l'esigenza di un Pd "più robusto e più aperto", "con una identità più forte e marcata, basata su idee chiare e riconoscibili. E con un gruppo dirigente aperto a ciò che di meglio la società offre. Penso agli amministratori locali, il Pd ne ha tanti, ma anche a donne e uomini che magari non si riconoscono nel partito, ma che sarebbero disposti a impegnarsi per pensare un Paese nuovo". Zinga è avvisato.