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Coronavirus, i tecnici di Conte: "Migranti positivi al virus? Solo il 3% del totale". Ma risultano numeri molto diversi

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Secondo Franco Locatelli il contributo dei migranti all’emergenza coronavirus è minimale. Il presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Cts ha assicurato che non oltre il 3-5% degli immigrati clandestini è positivo e una parte si infetta nei centri di accoglienza, dove è più difficile rispettare le misure sanitarie adeguate. Il conto di Locatelli sembra però sbagliato, e neanche di poco. Prendiamo innanzitutto l’esempio di Treviso, che è anche quello più clamoroso: nell’ex caserma Serena da 2 contagiati si è passati a 157 per poi finire a 260 migranti positivi su un totale di 300 persone. La situazione nel centro di accoglienza veneto è drammatica, con la polizia che deve far fronte alla guerriglia degli ospiti che non vogliono fare la quarantena.

Pensiamo poi alla Sicilia: tre giorni fa 21 casi su 36 erano riconducibili ai migranti sbarcati sulle coste della regione. E ancora in Abruzzo, dove gli ultimi aumenti sono legati ai flussi di migranti: gli attualmente positivi sono 234, di questi 79 sono immigrati. Una percentuale alta, che va ben oltre il 3 o 5 per cento indicato da Locatelli. A conferma del fatto che sugli sbarchi incontrollati il governo sta giocando sporco in nome di non si sa quali interessi: di certo non quelli degli italiani, visto che non solo non si fa nulla per risolvere il problema sanitario e sociale scatenato dagli immigrati, ma lo si nega pure in ogni uscita pubblica e addirittura con il supporto del Comitato tecnico scientifico. 

 

 

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