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Luigi Di Maio incalzato dal giornalista non risponde e poi scappa: referendum e costi del suo staff, silenzio imbarazzato

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Faccia imbarazzata e voce bassa, Luigi Di Maio incappa nell'ennesima figuraccia. Il ministro degli Esteri, impegnato a rispondere ai giornalisti, viene incalzato da Luigi Abbate. Il risultato? Il grillino scappa a gambe levate. Il giornalista, arrivato il suo turno, chiede a Di Maio: "Il M5s propone il referendum sul taglio di 345 parlamentari anche per abbattere i costi. Eppure il suo staff costa 711.000 euro all’anno con 8 dipendenti. Il suo capo segreteria, il suo portavoce, prendono 130.000-140.000 euro l’anno. Non le sembra un’ipocrisia? Un controsenso?". Colpito e affondato, il titolare della Farnesina non sa cosa rispondere e infatti non lo fa. Ma l'Abbate non gli dà tregua: "Un’altra cosa: perché non è venuto a Taranto e si poi rifugiato nei paesi? Aveva paura della questione Ilva? Perché tenete Arcelor Mittal e non lo cacciate?".

 

 

Il pentastellato è messo alle strette, tenta invano di bisbigliare qualcosa, che poco c'entra con la domanda: "Mi hanno invitato qui e sono venuto a sostenere i nostri". "No, parli del suo costoso staff, ministro. Non eluda la domanda. Ci dica: perché ha evitato Taranto? Aveva paura della Ilva?", prosegue il giornalista poi fermato da aiutante di Di Maio; "Un po’ di rispetto e educazione". Ma il giornalista è un fiume in piena: "No, lei non mi zittisce! Ministro lei non risponde. Ma io le faccio pelo e contropelo, politicamente parlando". Risultato? L'ex leader del Movimento non può far altro che darsi alla fuga. Ormai però la figuraccia è fatta.

 

 

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