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Gregoretti, Matteo Salvini e le 50 pagine di memoria difensiva: "Ho rispettato la volontà del popolo sovrano"

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Più di 50 pagine per smontare l’accusa di “sequestro di persona pluriaggravato” che potrebbe costargli fino a quindici anni di carcere, oltre ad alcuni allegati tra cui la fittissima corrispondenza (a partire dal 26 luglio) tra la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Esteri, la Commissione europea e vari Paesi Ue per il ricollocamento, a dimostrazione che l’accordo era indispensabile per consentire lo sbarco. Matteo Salvini ricostruisce minuziosamente il cosiddetto “caso Gregoretti”, evidenziando alcuni particolari inediti, come la presenza a bordo "di due scafisti, fermati dopo lo sbarco". Non solo: Salvini ribadisce che i "più di 100 immigrati erano rimasti a bordo della nave, senza pericoli e con massima assistenza, solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento. Il tutto nel pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell’assegnazione del POS (luogo di sbarco sicuro)". Il processo comincerà sabato 3 ottobre a Catania. 

 


Salvini chiude così le pagine della sue memoria: "Concludo ricordando le parole con le quali ho assunto l’incarico di Ministro dell’interno: ho giurato di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione. È con questo spirito che ho sempre agito da Ministro dell’interno, nel rispetto dei miei doveri e della volontà del popolo sovrano", rimarca il leader della Lega. Appuntamento in tribunale.

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