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Giovanni Orsina sul futuro di Matteo Salvini: "La svolta moderata può pagare. Solo Matteo Renzi aveva soltanto un piano A"

giovedì 15 ottobre 2020

2' di lettura

Giovanni Orsina, storico e politologo, direttore della School of government della Luiss-Guido Carli di Roma, analizza la possibile svolta moderata di Matteo Salvini. "Serve a dimostrare dinamismo politico, a creare ponti, a tenere rapporti, ad aprire un altro canale. A crearsi un piano B. Un politico del resto deve farlo. Solo Matteo Renzi aveva un piano A e basta. E si è visto come è finita". Secondo i sondaggi, spiega Orsina, "l'opposizione nel complesso mantiene il suo pacchetto di voti. Non decresce, e questo è un dato interessante: Lega+FdI resta intorno al 41%, come alle elezioni europee. E se aggiungiamo i voti di Forza Italia e di altri partitini di area, il centrodestra veleggia verso il 50%. Questo vuol dire che c'è un blocco di destra che regge, al cui interno c'è un sottoblocco sovranista che regge anch' esso. Non scontato, al tempo del Covid", spiega Orsina. 

Allora, chiede Italia Oggi al professore, perché il tour in Europa di Salvini con Giancarlo Giorgetti? "Il leader leghista sa che deve cambiare per risalire la china, e deve farlo anche nell'interlocuzione con l'Europa. Del resto è già cambiato tanto, la campagna elettorale fatta in Toscana è stata molto diversa da quella dell'Emilia Romagna. Forse è cresciuto troppo prima e ora torna ai suoi valori veri. Ma comunque valori molto più alti di quelli iniziali. Questo ha dato spazio a Fratelli d'Italia, un partito noioso, per usare una definizione di Guido Crosetto, più rassicurante, che premia la leader Giorgia Meloni. In una pandemia, insomma, meglio affidarsi a un'assennata madre di famiglia che a un padre scapestrato", conclude Orsina.

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