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Sondaggio, cala la fiducia in Mario Draghi: godono solo Berlusconi e Meloni. Occhio a queste cifre...

Antonio Rapisarda
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L'effetto "SuperMario"? Ancora alto: almeno per ciò che riguarda le aspettative, dato che è tutto da sviluppare (e quindi da verificare) in termini di agenda e capacità di incidere. Eppure, nonostante un credito parlamentare elevatissimo, nell'opinione pubblica comincia a farsi strada qualche timido dubbio nei confronti del premier ed ex governatore della Bce. A dimostrarlo è il primo segno "meno" nel gradimento: saldo al primo posto, con il 60,8%, ma con un -0,6% rispetto a sette giorni fa. 

 

Una flessione che risulta essere «il dato peggiore» fra quelli riferiti ai leader politici in campo. Questo è ciò che è emerso da Monitor Italia, il sondaggio realizzato da Tecnè con l'Agenzia Dire, che certifica come la perfomance meno convincente nell'ultima settimana sia stata proprio quella di Mario Draghi. Come si spiega questa prima crepa - piccola ma non proprio impercettibile - nella fiducia al neopremier? In attesa di capire cosa determinerà la strigliata di Draghi al Consiglio europeo al "piano Ursula" sui vaccini, rivelatore, al momento, sembra proprio il titolo con cui ieri ha aperto Libero: «Draghi imita Conte». Dove? Sulle chiusure, sull'utilizzo dei Dpcm, sulle nuove strette. 

Tutto fuorché quella discontinuità che ci si attendeva come rupture immediata una volta accompagnato alla porta Giuseppe Conte. E che un certo "contismo" poi, unito alla logica spartitoria da Prima Repubblica andata in scena per la formazione della nuova compagine, abbia contagiato anche la genesi del governissimo Draghi lo si è visto dal giorno del giuramento dei suoi ministri fino all'indicazione di vice e sottosegretari: le conferme di Speranza (con l'appendice Arcuri), Lamorgese e Di Maio - che fanno scopa con quelle dei vari Cancelleri, Castelli e Bellanova - non hanno esattamente scaldato l'umore degli italiani. 

 

Alla luce di ciò si spiega anche l'altro dato da segnalare della rilevazione di Monitor Italia: il balzo in avanti dei tre capifila del centrodestra. Dopo Draghi, infatti, il secondo posto del podio è del leader dell'opposizione Giorgia Meloni, che cresce di uno 0,5% e si attesta al 39,8%, seguita dai due alleati che hanno scelto, invece, di sostenere l'esecutivo: Matteo Salvini, stabile e terzo con il 33%, e Silvio Berlusconi che da parte sua registra un +0,6% e risulta quarto con il 27%. A seguire tutti gli altri: Roberto Speranza (24,8%), Nicola Zingaretti (22,8%) ed Emma Bonino (21,7%). Molto distaccato Matteo Renzi con il suo 11,4% e Vito Crimi, ultimo con il 9%. Segno, questo, che la prima fase di esecutivo di emergenza sembra premiare lo schema del centrodestra che si divide i ruoli: quello che vede Fratelli d'Italia (dato sopra il 17% da tutti i sondaggi) nella veste di watchdog e oppositore "patriottico", mentre Lega (primo partito per tutti gli istituti) e Fi sono impegnati a influenzare la vocazione del governo e l'equilibrio parlamentare su contenuti e impostazioni più vicini alla sensibilità maggioritaria degli italiani. Tesi confermata da un altro sondaggio giunto ieri sulla scrivania del Carroccio. 

Secondo lo studio commissionato al professor Enzo Risso, infatti, a "vincere" nei primi giorni di esecutivo Draghi è proprio il centrodestra come possibile alleanza di governo: Lega, FdI, Forza Italia e gli alleati più piccoli, infatti, superano la soglia del 50,3% (con la Lega che qui torna a balzare al 24,5%). Il centrosinistra? Conferma, al contrario, tutte le difficoltà ad affrontare questa nuova fase: con un Pd dilaniato dalle correnti, un M5S in preda alle scissioni e ai risorsi e un ruolo tutto da definire per i cespugli renziani e neocentristi, anche in forma di "ammucchiata" (con dentro Azione, +Europa e i Verdi) i giallo-bianco-fucsia si fermano al 47%, perdendo già un punto e mezzo in una sola settimana.

 

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