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Franco Bechis, la "gaffe bruttarella" di Mario Draghi: "Lo psicologo 35enne vaccinato? Lo ha costretto lui"

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Mario Draghi ha commesso una gaffe “bruttarella”, come l’ha definita Franco Bechis. Nel corso della conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio si è accaldata sul tema dei vaccini: “Banalizzando dovremmo dire alle Regioni di smetterla di vaccinare chi ha messo di 60 anni. Con che coscienza un giovane, o comunque uno non compreso nelle prenotazioni, salta la lista e si fa vaccinare lasciando esposto al rischio concreto di morte persone anziane e fragili?”. Poi Draghi ha nominato il caso di uno psicologo di 35 anni che ha ricevuto la dose: “Queste platee di operatori sanitari che si allargano…”. 

 

 

Pur condividendo il senso del discorso, Bechis ha però voluto fare alcuni appunti a Draghi: “A parlare era un premier, non un passante. E quindi uno che può stabilire per legge che i vaccini debbano in tutta Italia essere inoculati solo a chi ha più di 70 anni. Quanto al povero psicologo di 35 anni preso di mira come ‘furbetto’, c’è un antipatico problema in più. Draghi ha messo la sua firma sotto il decreto legge anti-Covid del primo aprile che stabilisce l’obbligo vaccinare per tutte le professioni sanitarie, compresa quella dello psicologo, senza distinzione di età”. 

 

 

Quindi se quel 35enne non si fosse vaccinato, avrebbe rischiato la sospensione dello stipendio o dalla libera attività professionale fino al prossimo 31 dicembre. In definitiva per Bechis stavolta Draghi ha fatto una brutta gaffe: “Ma nessuno in conferenza stampa glielo ha fatto presente. Forse se ne è accorto lui, visto che ha voluto tornare indietro spiegando di aver fatto ‘solo un esempio’ e di non avercela con gli psicologi. Ma non è stata una gran retromarcia”, ha chiosato il direttore de Il Tempo

 

 

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